Sa di beffa mentre si parla di esodi e partenze, mentre il vicino prepara la valigia, stipando costume, asciugamano e crema solare. E’ il sapore pungente assaporato anche da  quelle maschere del Maggio Musicale che oltre ad essere precarie verranno pagate in ritardo.
La vicenda scoppiò durante la conferenza stampa per il salvataggio ed il rilancio della Pergola: da un lato il sindaco Renzi, dall’altro una maschera, nonché giornalista, di lì a breve senza più quell’incarico.
Il faccia a faccia fu duro, serrato: Renzi costretto a snocciolare le voragini di bilacio del Maggio ed i necessari aggiustamenti, l'oramai ex maschera che lo incalzava accusando la Fondazione del Teatro di sminuzzare solo alla base della piramide. Poi una freddura dal tono anticasta riecheggiò in Palazzo Vecchio, proprio per voce di Maria Lardara, da quel giorno portabandiera  per gli altri suoi 36 colleghi a tempo determinato: “Perché devono pagare solo le maschere, perché il riassetto dei conti deve partire dal basso? Ed i vertici, come giustifica i 200 mila euro dati alla Colombo?” La caldissima sala Cosimo Primo fu gelata per un attimo. Ed il freddo è aumentato il giorno dopo quando il governatore della Regione Rossi manifestò la propria solidarietà alle maschere, dando incarico all'assessore al lavoro Simoncini "di fare una verifica, con azienda e sindacati, sulla situazione e sulla possibilità di utilizzare gli strumenti di sostegno della Regione per aiutare i precari che perdono il lavoro". 

STORICO - Renzi, dopo pochi giorni la disputa infervorata, ha illustrato a grandi linee il progetto di risanamento del Maggio: dal ritocco della cassa integrativa, al taglio progressivo del personale, dai contratti dei professionisti e dalle esternalizzazioni al super  mutuo spalma debito. I lavori sono in corso, il tavolo della trattativa con i sindacati è aperto, anche se ora è arenato nella pausa estiva. Riprenderà il 6 settembre, al rientro dalla vacanze del grosso dei lavoratori e della rappresentanza sindacale. Il sindaco, nell'occasione, si lasciò andare anche ad un'osservazione sul tanto discusso stipendio della sovrintendente Colombo: "se domani mattina decide di ridursi lo stipendio lo può fare. Nel budget complessivo della spesa della dirigenza, noi non spendiamo di più del passato, in tutti gli altri settori sì. Poi se la sovrintendenza ed i dirigenti faranno un atto figlio della crisi, in cui si riducono gli stipendi, questo lo devono fare loro".

Oggi è arrivata la proposta del sindacato: dar vita ad una cooperativa che inglobi dai figuranti ai mimi proponendo la stipula di un contratto quinquennale con la Fondazione. "Sarebbe un vantaggio per entrambi - spiega Fosco Malanchi, segretario Fistel-Cisl Toscana -: per la Fondazione, che continuerebbe ad avvalersi di personale già collaudato che da anni lavora in teatro e per i figuranti, che vedrebbero garantito un salario per 5 anni in un momento di retribuzioni sempre più incerte e posticipate".

RITARDI - Al momento però permangono due verità. La prima a settembre con il mancato rinnovo del contratto per le maschere, la seconda sarà il ritardo verso tutti i dipendenti del Maggio, con data da comunicare, dell'ultimo pagamento prima delle ferie. Ad avvisare i lavoratori è stato il direttore delle risorse umane dopo una precedente nota appesa in portineria. L’ultima paga era già slittata dal 28 luglio al 10 agosto adesso scivolerà ancor più lontano. Questa l’amara motivazione: "Causa ritardo delibera da parte banca il pagamento degli stipendi previsto per il giorno 10 avverrà con qualche giorno di ritardo. Sarà mia premura comunicare data precisa”. E così si serra lo spiraglio delle maschere di accompagnare per l’ultima volta uno spettatore in platea anche lui in ritardo, come l’ultimo stipendio.