rotate-mobile
Cronaca Borgo San Lorenzo

Borgo San Lorenzo: l'odissea dei pendolari su e giù per la Faentina

REPORTAGE-Un giorno qualunque, un viaggio in mezzo ai pendolari, al disagio autentico, tra treni vecchi e ritardi che sfiorano i 50 minuti

Dagli altoparlanti piazzati agli angoli della sala d’attesa della stazione ferroviaria di Borgo San Lorenzo, si sente la radio. Il giornale radio, poi le offerte promozionali di Fs sulle tratte della Freccia Rossa. Il blocco pubblicitario finisce con una voce che in sostanza invita all’uso delle rotaie. Il perché è semplice: più treni, meno CO2. Ineccepibile; di entropia ancora non si muore, di gas serra e PM10 sì. Peccato che l’invito arrivi ad una sala piena di gente, in attesa di un treno che li porterà a Firenze con ben 50 minuti di ritardo. Un’eternità, se si pensa alla criticità della fascia oraria in questione, le 7 di mattina. Scuole, lavoro, impegni, tutto passa da certi servizi.
 
L’odissea mattutina ha inizio verso le 7,10 al binario due della stazione di Borgo. Il treno 6806 proveniente da Faenza non è stato ancora annunciato. Da orario alle 7,23 dovrebbe muovere per Firenze Santa Maria Novella. Il display però è ad encefalogramma piatto; nessuna scritta, giusto un cursore giallo che passa da destra a sinistra. Al binario le persone cominciano a capire che qualcosa non va. Allora tutti alla biglietteria a chiedere conforto all’unico addetto della stazione. “Il treno ha 40 minuti di ritardo”, annuncia a tutti i presenti. Bocche aperte, qualche imprecazione, un po’ di sconcerto e molta abitudine. Sì perché da queste parti i problemi alla rete ferroviaria sono all’ordine del giorno. La gloriosa Faentina, la maledetta Faentina. “Come faccio ora – dice un signore ad alta voce – alle 8,30 ho un’udienza in tribunale”. Tanto vale mettersi a sedere ed aspettare; le soluzioni alternative, tutte uguali. Di arrivare alle 8 in SMN non c’è più speranza. Da qui in poi un treno vale l’altro, cambiano le carrozze e le sigle dei convogli ma il prodotto è sempre lo stesso. Fino a 10 alle 9 nessuno raggiungerà la stazione centrale di Firenze.

L'odissea dei pendolari della Faentina



Entra un altro signore di corsa, crede di essere in ritardo, poi guarda lo schermo e sbotta: “30 minuti, ma ci hanno preso l’abitudine?”. Il ritardo è calato di 10 minuti. L’uomo non fa in tempo a finire la frase che la cifra si aggiorna di nuovo: 50 minuti. “No, è impossibile” questa volta dicono tutti all’unisono. “Calma, calma, ora mi informo” dice l’addetto alla biglietteria che qui conosce tutti. “Pare che il treno abbia un guasto –annuncia – non riesce ad andare sopra i 50 chilometri orari”. Chi apre il giornale, chi un libro. “Ritardi continui, quotidiani – racconta un signore mentre con calma sfoglia le pagine di un romanzo – per fortuna, per dirla così, attese di questo genere non sono all’ordine del giorno. E’ più facile che il ritardo rientri nei 20 minuti”. Intanto i ragazzi che devono raggiungere Firenze si mettono in fila alla biglietteria. Tutti a farsi timbrare il cedolino che certifica il disagio, da consegnare in seguito alle segreterie delle proprie scuole. La prima ora ormai è andata. Dagli altoparlanti il ritardo si consolida, si stabilizza: 50 minuti, “ci scusiamo per il disagio”, ripete ogni tre minuti la voce robotica. A far due calcoli il treno partirà da Borgo San Lorenzo 12 minuti dopo l’ora di arrivo prevista in SMN. Poco più di trenta chilometri di linea, 5 fermate: San Piero a Sieve, Vaglia, Fiesole-Caldine, Firenze San Marco, SMN. “Quando partono da qui – dice una signora – non ci sono problemi. Quando invece i treni arrivano da Faenza, allora cominciano i patimenti. La complicazione è a monte, tanto che alcuni di noi sono costretti, per paura di far tardi al lavoro, a prendere il treno precedente”. Ti svegli prima, arrivi in netto anticipo, girelli per la città, ma almeno non corri rischi. Vien da pensare che forse questo tipo di servizio dovrebbe essere inserito all’interno delle categorie usuranti. “Il problema – sostiene un altro pendolare appena arrivato con la sua bicicletta pieghevole – che Fs è interessata ad investire solo nella Tav”. “D’accordo – gli risponde un conoscente – ma credo che non abbiano capito che per riempire i treni Freccia Rossa, le persone devono essere portate dentro le stazioni centrali”.

Alle 8,03 viene annunciato il treno regionale 21474. Direzione Campo di Marte, arrivo previsto le 8,40. C’è chi si guarda negli occhi, qualcuno si alza e parte: “meglio viaggiare che aspettare qui”. Alla fine si alzano tutti e si dirigono verso il binario tronco della stazione. Pochi istanti ed arriva un vecchio convoglio, spinto da un motore diesel. Due carrozze vecchia maniera, rettangolari (qui scivolare nel vento serve a poco), bianche e verdi. Già il diesel. I treni che collegano Borgo San Lorenzo con Firenze sono diesel. La linea elettrica, con buona pace della CO2, non è mai arrivata. Problemi strutturali. La Faentina infatti è una linea storica della rete regionale. Un vero e proprio fiore all’occhiello, efficiente, veloce. Fino a quando, durante la seconda guerra mondiale, non fu fatta saltare in aria. Più di 50 anni di inattività, poi nel 1998, il ritorno alla vita. Linea nuova su vecchie gallerie, dove i tralicci elettrici non entrano. All’utenza fu promesso una soluzione in stile metropolitana: un progetto finito nel vuoto. Diesel, tremolio e strappi tra una marcia e l’altra. Le 8,03, la motrice comincia a tirare le carrozze. Il treno è già affollato, ma ancora ci sono sedili liberi. “Oggi – dice un ragazzo – ci è andata bene, hanno montato due carrozze. Abbiamo scampato l’effetto sardina”.

I pendolari, in sostanza chiedono tre cose a gran voce: meno ritardi, miglior materiale rotabile e rimborsi sul disservizio.  “Pretendiamo treni che funzionino – dicono – senza che in estate si incendino i freni, che in inverno piova dentro ad alcune carrozze, e che semmai funzioni sempre il riscaldamento”. Efficienza e  rimborsi: “Perché – continuano – viene riconosciuto solo il rimborso a coloro che hanno un abbonamento con Fs e non a noi che abbiamo che il combinato treni-bus Pegaso?”. A San Piero a Sieve il treno si riempie completante. Finiscono tutti i posti disponibili, per fortuna bastano per tutti. Il treno va, procede sicuro; sono le 8,30, a quell’ora i pendolari da circa una mezz’oretta avrebbero dovuto essere in città. Alle 8,41 il convoglio è a Campo di Marte. Corsa verso il binario 1 per prendere la coincidenza per SMN delle 8,40. Un minuto dopo il treno 11682, proveniente da Arezzo, si incammina stridendo nel ferro verso la Stazione. Poco dopo il lunghissimo convoglio entra in SMN, binario 13. Sono le 8,48: con quasi 50 minuti di ritardo, dopo aver cambiato due treni, finalmente i passeggeri di Borgo arrivano in centro città. Due binari più in là, parallelamente al regionale, entra in stazione la Freccia Rossa. Il futuro, per alcuni ancora lontanissimo. Arrivano anche le due carrozze di Faenza. Ritardo immutato. Problemi al sistema di sicurezza: “Entrava da solo e frenava – racconta il macchinista – ogni cento metri il treno si inchiodava”.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Borgo San Lorenzo: l'odissea dei pendolari su e giù per la Faentina

FirenzeToday è in caricamento