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Cronaca

I ristoratori toscani tornano a Roma: causa contro il governo Conte per gli indennizzi troppo bassi

Accolto il ricorso di Tni Italia contro la presidenza del Consiglio: domani, martedì 12 ottobre, la prima udienza. In contemporanea presidio sotto il tribunale civile di Roma

Un menù speciale, per ricordare al governo tutte le inadempienze nei confronti dei ristoratori. E' quello che porteranno i rappresentanti di Tni Italia, il primo sindacato della categoria nato a marzo 2020 durante il primo lockdown con il nome di Ristoratori Toscana, sotto il tribunale civile di Roma. Domani, martedì 12 ottobre, dalle 9,30, è infatti in programma la prima udienza del ricorso presentato da oltre 100 aziende del settore contro il Governo per i danni causati dal lockdown e dai Dpcm che hanno costretto le attività a 160 giorni di chiusura nel 2020.

L'azione collettiva è stata presentata il 22 febbraio 2021 dai legali di Tni Italia, gli avvocati Gaetano Viciconte e Fabio Cappelletti, entrambi del Foro di Firenze, per chiedere un accertamento del diritto dei ristoratori di ottenere un indennizzo, tenendo conto della riduzione del fatturato, dei costi variabili e fissi, del danno da perdita di clientela e da perdita del valore aziendale nel suo complesso. In sintesi, nel ricorso non viene messo in discussione lo stato di emergenza, ma il fatto che gli indennizzi ottenuti (mediamente il 5% del fatturato annuo) non sono congrui alla sostenibilità delle imprese e sono ampiamente inferiori a quelli riconosciuti da altre nazioni europee, quali Germania e Inghilterra, dove si è coperto circa l'80% del fatturato.

Presidio sotto il tribunale

Il tribunale ha accolto il ricorso e domani, appunto, è prevista la prima udienza. In contemporanea, i ristoratori di Tni Italia organizzeranno un presidio sotto il tribunale di viale Giulio Cesare a Roma. Per l'occasione porteranno il loro menù speciale, composto dall'antipasto dei ristori del governo Conte, che hanno coperto solo il 5% del loro fatturato, e da tutto ciò che invece hanno pagato, nonostante le chiusure: i primi composti da Tari, locazioni,Tfr, ferie dei dipendenti, i secondi, ben salati, fatti dalle bollette di luce, gas e acqua e, ovviamente, bevande e credito d'imposta esclusi.

Il 'nodo' indennizzi

“Gli indennizzi ricevuti per le nostre attività chiuse nel 2020 e nei primi mesi 2021 sono briciole. Abbiamo assistito ad una serie di promesse non mantenute, non solo dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che abbiamo incontrato a Palazzo Chigi, ma anche dal governo Mario Draghi, che purtroppo non siamo ancora riusciti ad incontrare. Abbiamo preparato un documento che domani presenteremo e che illustra in dettaglio il lungo elenco di inadempienze. Tra queste – sottolinea il portavoce di Tni Italia, Raffaele Madeo – il fondo per il sostegno alle attività economiche rimaste chiuse nei primi cinque mesi 2021 che ancora non è stato approvato e le modalità di richiesta del terzo contributo a fondo perduto, che ancora non sono state stabilite. E' urgente la proroga della cassa integrazione, che per molte aziende scadrà a metà ottobre, in concomitanza con l'introduzione dell'obbligo di green pass. In caso contrario, infatti, scoppierà un dramma sociale perché siamo ancora nella fase di emergenza economica”.

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“Saremo di nuovo nella capitale a manifestare, ma sempre pacificamente, come abbiamo fatto nelle altre 25 iniziative di protesta da inizio lockdown, dai presidi alla camminata da Firenze a Roma, per far valere la nostra voce e quella di un comparto interamente in sofferenza”, aggiunge la segretaria nazionale di Tni Italia, Cristina Tagliamento, riferendosi ai fatti che si sono verificati sabato scorso a Roma. “Noi condanniamo la violenza. La ristorazione è cultura, tradizione, accoglienza e dove c'è ristorazione non c'è violenza”.

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