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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Confezionavano dossier con metodi illegali per una nota griffe

Associazione a delinquere, corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio e accesso abusivo ai sistemi informatici queste le accuse verso gli imputati presunti colpevoli di dossieraggio

Rinviate a giudizio 11 persone accusate di aver realizzato centinaia di dossier illegali - sembra 1.800 - per la casa di moda Gucci, che è estranea all'inchiesta, utilizzando banche dati riservate alle forze dell'ordine, come lo Sdi del Viminale. Prima udienza del processo, il 6 giugno 2011.
Imputati saranno l'ex carabiniere L. M., 50 anni, titolare dell'agenzia investigativa Sia di Carmignano ; il già responsabile della security del gruppo Gucci a Milano, C. D.B., 46 anni; l'impiegata della Sia P. C., 42, già compagna e segretaria di E. C. alla Polis d'Istinto, l'agenzia che venne indagata per una vicenda simile dalla procura di Milano; le sorelle E.B. e P. B., 47 e 44 anni, collaboratrici della Sia; gli addetti dell'ufficio security di Gucci, M.C., 43, e G. P., 47; gli investigatori privati S.R., 49, e F.P., 50; il carabiniere F.M., 43; il poliziotto L. C., 45. Sulla posizione di un dodicesimo indagato, il finanziere S.B., 45 anni di Fondi (Latina), la competenza è stata trasferita al tribunale di Latina.  

INCHIESTA - Gli indagati sono accusati dal pm Ettore Squillace Greco, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio e accesso abusivo ai sistemi informatici. L'inchiesta era partita dal suicidio di un poliziotto nel 2006 che veniva compensato dagli investigatori privati per le informazioni riservate che forniva. Le informazioni erano su dirigenti, aziende contoterziste, fornitori, clienti ed altri in rapporti di lavoro con Gucci, e, secondo l'accusa, tramite la Sia di M. affluivano alla casa di moda in modo illecito poiché ottenute grazie ad esponenti delle forze dell'ordine che, usando il proprio ruolo (comprese le password per accedere agli archivi informatici), violavano archivi riservati e segreti d'ufficio in cambio di soldi e benefit. Nell'udienza preliminare, conclusa oggi, il giudice Bagnoli ha respinto l'eccezione di competenza territoriale sollevata dai difensori per spostare il processo a Roma dove si trova il server dello Sdi

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