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Rifugio Digitale ospita “Lonely living. L'architettura dello spazio primario"

Riproposta a Firenze 20 anni dopo la rassegna della VIII Biennale di architettura di Venezia del 2002

Diciotto proposte di edifici per l’abitare minimo ideate da alcuni dei maggiori protagonisti dell’architettura contemporanea italiana, sono in mostra questa volta in formato digitale. Rifugio Digitale apre le porte a  “Lonely Living. L’architettura dello spazio primario”, una mostra corale che resterà aperta fino a giovedì 8 settembre 2022 e vedrà come protagonisti diciotto studi di architettura italiani: Archea Associati, Bruno Fioretti Marquez, C+S Associati, Alberto Cecchetto, Alfonso Cendron, 5+1 Architetti Associati, Studio Davide Cristofani & Gabriele Lelli, Nicola Di Battista, Elio Di Franco, Vincenzo Melluso, Netti Architetti, Pietro Carlo Pellegrini, Renato Rizzi, Italo Rota, Beniamino Servino, Studio Associato Seste, Tscholl Werner Architekt e Cino Zucchi.

Questi diciotto studi nel 2002 in occasione della VIII Biennale di Architettura di Venezia furono chiamati a relazionarsi con il tema dell’abitare minimo e a cui fu chiesto di progettare in scala 1:1 uno spazio di circa 16 mq costruito totalmente in pannelli di legno truciolare. Il programma originale poneva due questioni esistenziali relative alla vita metropolitana che viviamo quotidianamente: da una parte il tema dell’emergenza e della temporaneità di chi, senza dimora, è alla ricerca di un rifugio minimo; e dall’altra il tema dell’isolamento psicologico e della solitudine a cui i grandi numeri della società in cui viviamo spesso ci costringono.

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La mostra del 2002 fu una occasione dimostrativa per affrontare un tema delicato come quello dell’abitare unendo un progetto di ricerca teorico alla concretezza del fare. Le diciotto proposte erano disposte all’interno del perimetro definito da una pedana di acciaio posizionata nei giardini della Biennale. Una sorta di città ideale il cui masterplan era stato disegnato da ipostudio architetti.

A distanza di venti anni si è ritenuto opportuno tornare a indagare su come le questioni esistenziali della vita metropolitana e il tema dell’isolamento psicologico e della solitudine, affrontati durante la VIII Biennale di Architettura di Venezia, siano tuttora attuali, e di quanta evoluzione ci sia stata nel corso di questi due decenni sul tema dell’abitare minimo che soprattutto il periodo post-pandemico ha fatto tornare di attualità.

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Questa analisi verrà sviscerata anche in un incontro collettivo, una tavola rotonda, durante la quale i diciotto progettisti si confronteranno esplorando a più voci quanto la ricerca si sia evoluta e se ancora oggi abbia senso parlare di questi temi. Oggi come allora abbiamo chiesto a tutti i progettisti di riunirsi nuovamente, questa volta negli spazi di Rifugio Digitale, per presentare i propri progetti originari stavolta in formato digitale. Il materiale verrà proiettato sui 16 monitor dello spazio espositivo sotto forma di video, un racconto, narrato attraverso disegni, schizzi e splendide fotografie di Luca Campigotto e Pietro Savorelli.

La mostra è spunto per nuove riflessioni e analisi che si concluderanno l’8 settembre – data della originaria inaugurazione della mostra di Venezia del 2002 – in un incontro collettivo, una tavola rotonda durante la quale i diciotto studi si confronteranno esplorando a più voci quanto la ricerca si sia evoluta e quanto sia ancora oggi essenziale affrontare questi temi.

I temi dei 18 padiglioni

1   Lo studio Archea Associati presenta “Buonasera Signor Ionda”, progetto dedicato all’artista Franco Ionda che si fonda su un’idea di sottrazione materica.
2   Bruno Fioretti, Marquez Architekten, propone “La casa sottovuoto” un alloggio provvisorio per grandi cantieri, che sia abitabile, trasportabile e facile da montare.
3   C+S Associati presenta il progetto “Next Nest”, una casa in un’enclave temporanea pensata per una telelavoratrice, un edificio-lavoro o spazio-lavoro che fornisca una “solitudine di difesa” rispetto al disagio della metropoli.
4   Alberto Cecchetto espone City home for the homeless un progetto pensato per cinque persone differenti alla ricerca di un luogo per dormire, uno spazio urbano protetto ma aperto costruito su pochi elementi.
5   Alfonso Cendron propone L’al di qua un progetto per un suo amico artista, una piccola casa immersa nel verde che soddisfi i bisogni primari come quello di possedere un comodo divano.
6   5+1 Architetti Associati, propone “Domus-forum” un progetto che vede la casa come rifugio e proscenio. Una gradazione di trasparenze che consente di creare relazioni differenti, con un alternarsi di zone “private-introverse” e “private-estroverse”.
7   Lo Studio Davide Cristofani & Gabriele Lelli progetta “Casa Lucarelli” uno spazio temporaneo per loscrittore di gialli Carlo Lucarelli. Si tratta di un luogo introverso, un mondo nel mondo dove rifugiarsi per essere concentrati soltanto su qualche frammento di realtà da cui far nascere racconti.
8   Nicola Di Battista presenta Per ri-trovare gli amici uno spazio senza una funzione specifica, ma solo per consentire il libero scambio di opinioni e di idee.
9   Elio Di Franco propone “Il territorio del singolo” un progetto per coloro che vivono da soli, per un architetto e urbanista single.
10   Vincenzo Melluso progetta “Una scatola di luce”, un gioco di sguardi un luogo e uno spazio per la solitudine pensato per l’artista Erich Demet, dove possa riflettere, dentro e fuori la sfera dell’arte e della creatività.
11   Netti Architetti espone “Abitazione Temporanea” un progetto pensato per un “nomade della visione”, una abitazione semplice ma suscettibile di continue variazioni d’uso.
12   Pietro Carlo Pellegrini propone “Piccolo eremo” un progetto per la solitudine dedicato allo studiolo di una monaca di clausura. Uno luogo che vuole stimolare il pensiero e la ricchezza della vita interiore, con pareti pieghevoli che possano scandire il tempo e lo spazio.
13   Renato Rizzi presenta “Casa tabernacolo. Casa dell’emarginato o della devozione” un progetto che fa riferimento all’ambito sociale, dedicando questa abitazione all’emarginato, all’escluso dalla comunità sociale e culturale occidentale, ma senza tralasciare l’ambito teorico dove la devozione alla nobiltà dell’architettura è la devozione alla nobiltà dell’umano.
14   Italo Rota propone “Tutti al mare” un luogo per l’incontro e il dialogo, dove le persone provenienti da continenti diversi si incontrano e dialogano fra loro.
15   Beniamino Servino espone “Two-Ness”. Unità di supporto per un “senza casa” un progetto che indica la frattura di spazio che c’è nelle due-ità. Da uno a due, dove l’uno siamo noi, la casa, l’interno, mentre il due sono loro, l’esterno, l’aperto.
16   Lo Studio Associato Seste presenta “No thrills” un progetto che non si presenta come un manifesto sociale, ma piuttosto come un esercizio di stile su alcune delle possibilità del linguaggio architettonico e sulle sue applicazioni su volumetrie semplici.
17   Tscholl Werner Architekt propone “Casa con zaino” un progetto che cerca di risolvere il problema dell'alloggio per l’operaio stagionale.
18   Cino Zucchi infine espone “The Boho light trap” un progetto che esplora il rapporto tra sfera privata e pubblica. Un’abitazione per un etologo e promotore di battaglie per la salvaguardia ambientale che si alterna tra un ambiente urbano e accademico ad uno più primario e selvaggio.

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