Porta a porta che disagio: “Viviamo in 48 metri quadri: dove li mettiamo i nuovi bidoni?” / FOTO
Aumentano le proteste per la taglia dei 'bidoncini' distribuiti da Alia: “Abbiamo sempre fatto la differenziata e vogliamo proseguire, ma non a queste condizioni”
Viva la raccolta differenziata. Fin qui tutti d'accordo. Ma il 'porta a porta' recentemente introdotto in alcuni quartieri di Firenze sta creando diversi problemi.
“Viviamo in tre in 48 metri quadri e ci siamo ritrovati in casa questi bidoni giganteschi che non sappiamo dove mettere”, spiega Valentina, 39 anni, in affitto in un appartamento nel quartiere dei 'Greci', in via Niccolò da Tolentino, poco dopo Careggi, là dove un tempo erano tutte case popolari destinate ai profughi ellenici.
“La differenziata l'abbiamo sempre fatta, ci mancherebbe. Vogliamo continuare, ma Comune ed Alia devono capire che così non può andare”, prosegue la donna.
Tutto il condominio, 32 appartamenti tra i 50 e gli 80 metri quadri, è in semi rivolta. Come del resto le altre decine di abitazione dell'area della 'Corte dei Greci', una sorta di piccola 'città nella città'.
La famigliola mostra l'ingombro dei 'bidoncini' di recente consegnati da Alia, identici a migliaia di famiglie fiorentine, che nei vari giorni stabiliti, a seconda del rifiuto, vanno portati in strada sotto casa.
“Sono enormemente più grandi di quelli che tenevamo sotto il lavabo. Questi non c'entrano, dove li mettiamo, in salotto? In cucina occupano metà stanza”, prosegue la 39enne, che fino ad ora li ha riposti sopra un armadio. Ma entro pochi giorni i cassonetti 'regolari', ad eccezione delle campane del vetro, verranno tolti dalle strade e bisognerà adeguarsi.
“Ci sono anziani e invalidi che vivono al terzo o quarto piano, senza ascensore. Per loro è già impossibile portare giù un bidone vuoto, figuriamoci pieno”, aggiunge Teresa, 74 anni, residente ai 'Greci' da sempre.
“La stragrande maggioranza degli alloggi (una parte sono ancora case popolari, ndr) non ha il terrazzo, conservare l'organico in spazi così piccoli sarà dura, soprattutto d'estate”, sottolinea Pasquale, 65 anni.
Per non parlare dei pannolini sporchi. “Vanno nell'indifferenziato ma non si possono tenere in casa per giorni, l'odore è insopportabile. Chi ha bimbi piccoli lo sa”, interviene Daniela, 35 anni e tre pargoli, tra i 18 mesi e i 7 anni.
“Abbiamo contattato Alia per esporre i problemi. Ci hanno proposto, come unica alternativa, la realizzazione di varie piazzole di asfalto dove posizionare dei 'carrellati', cioè bidoni condominiali. Ma l'unico posto congruo per legge dove metterli risulta lo spazio verde di fronte alle abitazioni e al verde non vogliamo rinunciare. Senza contare che sarebbe tutto a spese nostre, come pure manutenzione e pulizie future. E' inaccettabile”, protesta la 35enne.
Anche in altri quartieri si sono alzate lamentele, per esempio per l'ingombro delle file di bidoni sui marciapiedi.
“Vogliamo proseguire a differenziare i rifiuti, ma non riempiendoci casa con questi bidoni. Lasciate i cassonetti in strada, almeno nei quartieri ad alta densità abitativa come questo. Oppure posizionate quelli con le chiavette personalizzate, come avviene altrove - chiedono i condòmini -. Perché hanno fornito a tutti gli stessi bidoni? Possibile che non abbiano pensato che c'è differenza tra un monolocale di 35 metri e un appartamento di 100, tra chi vive chiuso tra quattro mura e chi ha un giardino, tra un single e una famiglia di cinque persone?”. Già, possibile?