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Cronaca

Rifiuti, Cispel e Alia: “In Toscana rischiamo emergenza”

De Girolamo e Giannotti: "La Regione ci dica come chiudere il ciclo dei rifiuti"

“Siamo alle porte di un'emergenza seria che rischia di portare la Toscana in una situazione che non conosceva dagli anni '80”. A dirlo, ieri, è il  presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo.

Il nuovo 'allarme' arriva dopo il recente stop all'inceneritore di Case Passerini, che avrebbe dovuto sorgere alla periferia nord di Firenze, arrivato dal Consiglio di Stato e dopo la chiusura dell'inceneritore di Pisa, il sequestro dell'impianto del Valdarno e i vincoli operativi imposti su San Donnino. Nel 2023 chiuderà anche l'inceneritore di Montale e quello di Livorno nel 2021.

“Abbiamo scritto al presidente della Regione Enrico Rossi, ai sindaci della Toscana, ai presidenti degli ambiti territoriali. Pur in presenza di una buona raccolta differenziata la mancanza di pianificazione di nuovi impianti sta portando la regione in emergenza”, prosegue De Girolamo.
Non è ben chiaro, tuttavia, quante tonnellate rischiano di non essere più smaltite nel prossimo futuro. Cispel e le aziende firmatarie della missiva non forniscono dati precisi in merito.

Di ben altro avviso è il governatore Enrico Rossi: nelle scorse settimane ha annunciato un nuovo piano dei rifiuti entro l'estate e ribadito l'obiettivo del 70%-75% di differenziata da centrare entro il 2020, rammaricandosi del fatto che la Toscana non abbia tenuto finora il passo di regioni come il Veneto.

“Nell'area di Firenze, Prato e Pistoia, che conta 1,5 milioni di abitanti, abbiamo una percentuale di differenziata che ha supera il 60%. Nella sola Firenze siamo al 53%, percentuali significative”, dice Livio Giannotti, amministratore delegato di Alia, ex Quadrifoglio (ma siamo ben lontani dagli obiettivi europei, che per esempio chiedevano a Firenze di raggiungere il 65% già entro il 2012).

Anche da Giannotti un appello alle istituzioni: “Gli impianti sono saturi, anche perchè dal Sud arrivano 'camionate' di rifiuti. Il fatto di aver utilizzato il sistema delle discariche in modo forzato impedisce, anche alla luce dell'applicazione della direttiva europea sull'economia circolare, di poter continuare a contare su quello. La Regione dovrà dirci come chiudere il ciclo dei rifiuti”.

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