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Cronaca

Natale da precari: la protesta dei ricercatori Indire

Assemblea permanente: in 122 attendono la stabilizzazione, c'è chi è precario da oltre 20 anni

Natale da precari, e non è il primo, per i ricercatori dell'Indire, l'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa. L'ente di ricerca, pubblico, alle dipendenze dirette del Ministero dell'Istruzione, ha la sua sede principale a Firenze, con alcuni distaccamenti territoriali, tra cui Roma.

“I precari che avrebbero diritto alla stabilizzazione, secondo il recente decreto Madia 75/2017, sono 122, di cui circa un centinaio nella sede fiorentina di via Cesare Lombroso”, spiega Stefano Bernabei, della Flc Cgil. “C'è chi è precario da oltre 20 anni e chi lo è ancora dopo i 60 anni compiuti”.

Per chiedere al cda dell'ente di procedere alla stabilizzazione i ricercatori precari sono in assemblea permanente dal 14 dicembre scorso, dopo numerose iniziative di mobilitazione del mondo della ricerca in tutta Italia (tra cui il flash mob in piazza della Repubblica a Firenze) nelle settimane precedenti.

La mobilitazione è stata indetta a seguito dell’incontro tra le Cgil, Cisl e Uil e l'amministrazione dell'Ente. “Che ha i soldi per stabilizzare il personale, mentre continua a mettere in pratica una politica basata sulla precarietà dei lavoratori”, prosegue il sindacalista.

“Nonostante gli strumenti legislativi disponibili che chiariscono anche le modalità di individuazione dei fondi necessari per procedere, l’amministrazione si propone di bandire nuovi concorsi non finalizzati alla stabilizzazione ma all’assunzione di nuove figure professionali esterne, non valorizzando le competenze già presenti all'interno dell’Istituto”, scrivono i ricercatori in una nota.

I 122 precari rappresentano quasi la metà dell'intero organico dell'Indire. “L'Ente ha ottenuto e gestito grazie a noi precari programmi importanti e pluriennali per l’istruzione e la formazione come Erasmus Plus e il Programma Operativo Nazionale (PON) per la scuola 2014-2020. Dopo anni e anni di precariato riteniamo di avere il diritto alla stabilizzazione”, proseguono i lavoratori. Sotto l'albero vorrebbero un contratto a tempo indeterminato. Chissà se saranno accontentati.

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