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Cronaca

“Rete Dafne Firenze”: sostegno e tutela per le vittime di reati

Nasce un percorso per assistere i più deboli e spingere a denunciare chi spesso non può farlo, Rizzo: "Un passo contro la discriminazione, diventiamo molto più civili"

Una rete che sostenga, a livello legale, sociale e psicologico, le vittime di reato più deboli, quelle che, per paura, minacce o qualsivoglia altra ragione, spesso rinunciano a rivolgersi alla giustizia. E’ con questo obiettivo che è nata ‘Rete Dafne Firenze’, “per tutelare le vittime di reato di ogni età, nazionalità, etnia, religione, condizione sociale ed economica”.

“Lo scopo è assistere le vittime dei reati a 360 gradi, da un primo momento di ascolto fino al percorso concreto di supporto specifico caso per caso”, spiega l’assessore comunale al welfare Sara Funaro.

Il protocollo che ne sancisce la nascita è stato firmato questa mattina dal sindaco Dario Nardella, da Marilena Rizzo e Giuseppe Creazzo, presidente del Tribunale e procuratore di Firenze, Emanuele Gori, direttore sanitario della Usl Toscana Centro, e da Simone Stefani, presidente dell’Associazione Aleteia.

‘Dafne Firenze’ si ispira ad un’iniziativa dello stesso genere già presente a Torino. Dopo la firma del protocollo partirà la formazione degli operatori che seguiranno le vittime di reato e che poi, a seconda delle esigenze della vittima, la orienteranno per l’assistenza legale, medica, psicologica e sociale. I servizi resi alle vittime di violenza o reato saranno gratuiti, il centro avrà sede in uno spazio di proprietà del comune che rimarrà anonimo, a tutela di chi chiede aiuto.

“L’ambizione è che questa iniziativa si diffonda a livello nazionale - commenta Stefani, che è stato tra i primi a spendersi per la realizzazione della Rete assieme al giudice Marco Bouchard -, per contribuire al miglioramento della vivibilità sociale, verso una società sempre più civile, decente e attenta alla persona umana”. E sarà proprio l’associazione Aleteia, in collaborazione con altri soggetti pubblici o privati, a gestire le attività di informazione e orientamento all’assistenza.

“Si rafforza coesione sociale e senso di comunità”, dice Nardella. “E’ un’iniziativa che ci fa diventare molto più civili, un passo contro la discriminazione”, aggiunge Rizzo, con il procuratore Creazzo che sottolinea come “le vittime di reato, con la certezza di sapere che saranno assistite, potranno denunciare e non nascondersi”.

'Rete Dafne' sarà operativa a partire da ottobre. Il progetto è stato interamente finanziato, con 130mila euro, dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. L’ambito territoriale di riferimento, per il momento, è quello fiorentino, ma la volontà comune è che la ‘Rete’ si espanda e simili iniziative vengano messe in piedi nel resto della Toscana e a livello nazionale.

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