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Cronaca

Arresto per concussione all’Agenzia Entrate: respinto patteggiamento per il direttore

Condannato il commercialista intermediario. Il giudice ha però respinto il patteggiamento per il direttore provinciale Garagozzo ritenendo la 'pena incongrua'

Ieri pomeriggio si è concluso il processo scaturito dall’inchiesta della GdF terminata il febbraio scorso con l’arresto del direttore provinciale dell'Agenzia delle Entrate, Nunzio Gargarozzo, e del commercialista Silvio Mencucci, ritenuto suo complice e intermediario. Le indagini erano partite a seguito di presunti episodi di concussione per induzione (diventato ora 'induzione indebita a dare o promettere utilità'), tentata concussione e induzione alla corruzione scoperti all'Agenzia delle Entrate.

Il giudice Francesco Bagnai di Firenze, nel processo con giudizio immediato, ha condannato Mencucci a 4 anni e 8 mesi per i reati di concussione per induzione, tentata concussione, induzione alla corruzione, mentre per Garagozzo ha respinto la proposta di patteggiamento, formulata col consenso del pm Paolo Barlucchi, a una condanna di 3 anni per analoghi reati: il giudice ha detto 'no' al patteggiamento ritenendo la pena proposta incongrua e sproporzionata, sia rispetto alla gravità dei fatti, sia alla reiterazione del reato. Il direttore Garagozzo, che nel frattempo venne sospeso dal servizio, verrà quindi giudicato con rito immediato da un altro giudice. Quanto a Mencucci, la sua difesa farà ricorso in appello.

Dalla vicenda emersero alcuni episodi tra il 2012 e il 2013 in cui Garagozzo e Mencucci agirono per influenzare, dietro pagamento di tangenti, il 'buon esito' di alcune pratiche presso l'Agenzia delle Entrate. Episodi che, in casi diversi, interessarono un avvocato, rappresentante di una società commerciale, e un imprenditore, per investimenti della moglie e delle due figlie.

In un episodio, relativo all'avvocato, il reato riguardava un 'accertamento per adesione', su una evasione fiscale contestata, il cui esito Garagozzo e Mencucci avrebbero potuto influenzare davanti alla commissione tributaria; il silenzio dei due preoccupò l'avvocato concusso al punto da far ipotizzare una tangente di diecimila euro, cifra di cui si parla in un'intercettazione. Secondo l'accusa Mencucci era l'intermediario che avvicinava i professionisti cui proporre come 'pilotare' a loro favore le pratiche, mentre Garagozzo, grazie al suo ruolo, avrebbe poi agito di conseguenza dall'interno dell'Agenzia delle entrate.

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