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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Gay, sì ai matrimoni nel registro comunale: scoppia la polemica

Dopo il sì all'iscrizione fioccano critiche da Toscana Oggi. Giachi: "In sintonia con maggioranza dei cittadini"

Polemica sulla delibera che consente la possibilità di iscrizione in un nuovo registro comunale a due persone dello stesso sesso che abbiano celebrato un matrimonio all'estero. Il settimanale delle diocesi toscane, Toscana Oggi, in un editoriale ha parlato di "deplorazione" del mondo cattolico per la decisione del Comune.

La delibera approvata venerdì riconosce la possibilità di iscrizione nel nuovo registro comunale a due persone dello stesso sesso che abbiano celebrato un matrimonio all’estero considerando così assolto il requisito temporale di un anno di coabitazione richiesto finora. Nel vecchio registro delle unioni civili era vietata l’iscrizione alle persone dello stesso sesso sposate all’estero. L’iscrizione nel vecchio registro delle unioni civili infatti poteva essere chiesta solo in base a due criteri: da due persone non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, ma da vincoli affettivi, coabitanti da almeno un anno ed aventi residenza nel Comune di Firenze; e da due persone coabitanti da almeno un anno per motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale ed aventi residenza nel Comune di Firenze. 

Le persone dello stesso sesso sposate all’estero iscritte nel nuovo registro potranno richiedere che sia rilasciato loro su apposita modulistica un attestato di iscrizione al registro. Tale attestato è idoneo all’attribuzione di benefici, opportunità amministrative e procedimentali in campo socio-sanitario, assistenziale, per inserimenti in graduatorie pubbliche di varia natura nel rispetto della normativa nazionale. 

CRITICHE - Ieri a dare una seconda spallata alla scelta dell’amministrazione, a margine della presentazione di Area Popolare Toscana, anche il sottosegretario del Ministero dell'Istruzione Gabriele Toccafondi. "La Giunta Nardella – ha affermato il coordinatore regionale di Ncd - dovrebbe pensare a cose concrete riguardanti i veri problemi della città, dalla tramvia, all'aeroporto, alla chiusura di tante, troppe aziende e botteghe artigiane, invece di approvare delibere che vanno contro l'ordinamento giuridico italiano e contro il divieto del prefetto".  "La Giunta Nardella - aggiunge Toccafondi - ha compiuto una forzatura, sotto ogni punto di vista, equiparando 'contra legem' le coppie omosessuali a quelle eterosessuali. Non è così che si affrontano questioni delicate inerenti i diritti delle persone".

Non si è però  fatta attendere neanche la replica della Giunta Nardella. La numero due di Palazzo Vecchio, la vicesindaca Cristina Giachi: “Non solo il consiglio comunale ha votato a larga maggioranza una mozione in questa direzione ma siamo anche molto convinti del provvedimento adottato, che dà concretezza a giuste richieste”. “Francamente - ha aggiunto - ci sentiamo in sintonia con la grande maggioranza dei cittadini del nostro Paese che chiedono passi avanti importanti sul tema dei diritti civili. Ma non è soltanto una questione di eguaglianza. È anche, e soprattutto, una questione di dignità. Dopo la rivoluzione dell’eguaglianza, infatti, i tempi più recenti hanno conosciuto la rivoluzione della dignità, dignità dei singoli e delle loro relazioni. ‘La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata’: così si apre la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

“La delibera non aggira in alcun modo la circolare dei prefetti - ha proseguito la vicesindaca - e non viola alcuna legge anagrafica. Anzi, abbiamo voluto fare proprio il massimo che la normativa nazionale ci consente. Come ha giustamente sottolineato il sindaco Nardella abbiamo scelto la strada del pragmatismo e della legalità: nell’ambito delle nostre competenze e dei principi e delle regole fissate dalla legge statale operiamo per promuovere pari opportunità alle unioni tra cittadini, pari opportunità nei diritti in ambito sanitario favorendo l’integrazione sociale di tutti i cittadini”.

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