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Cronaca

Referendum cannabis legale, la denuncia di +Europa: “Anche Comune di Firenze inadempiente, consultazione a rischio”

Superata la soglia delle 500mila firme, ma molti comuni non rispondono alla richiesta di certificazione. Palazzo Vecchio: “Siamo al lavoro”

Il referendum sulla cannabis legale è a rischio, nonostante da giorni siano state superate le 500mila firme necessarie per indire la consultazione, gran parte di esse tramite Spid (la firma digitale). Ora tocca ai comuni 'certificare' quelle firme, così che possano essere depositate in Cassazione.

Ma, come denunciano le associazioni promotrici del referendum, molti comuni latitano o non riescono a smaltire la mole di lavoro. Con la conseguenza che la consultazione potrebbe appunto saltare.

“Mille e quattrocento comuni non hanno ancora risposto alla richiesta della certificazione elettorale necessaria per il deposito delle 600mila firme per il referendum sulla cannabis in Corte di Cassazione”, denuncia +Europa. A venerdì mattina, a fronte di 545.394 certificati digitali richiesti, ne sarebbero stati ottenuti solo 125mila.

“Anche il Comune di Firenze risulta tra i comuni inadempienti che non hanno ancora inviato i certificati elettorali richiesti e la scadenza è fissata al 30 settembre. Senza la documentazione, pur richiesta nei tempi previsti dalla legge, il deposito delle firme delle oltre 590.000 sottoscrizioni non può avvenire e il referendum è quindi a rischio”, spiega Davide Bacarella, coordinatore di +Europa Firenze.

Da domenica “per accompagnare tutte le azioni giudiziarie in atto per scongiurare il boicottaggio burocratico del referendum cannabis” sono in sciopero della fame, tra gli altri, Marco Perduca e Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, Franco Corleone di Società della Ragione, Riccardo Magi di +Europa, Leonardo Fiorentini di Forum Droghe, Giulia Crivellini di Radicali Italiani e Antonella Soldo di Meglio Legale, sciopero della fame a cui si unisce Bacarella.

“Il Comune di Firenze – spiega Bacarella – si adoperi per produrre entro le prossime ore la documentazione richiesta. Ogni ritardo può mettere a rischio la presentazione del referendum con la conseguente violazione dei diritti costituzionali dei cittadini”.

Il caso ieri è finito anche a Palazzo Vecchio, in consiglio comunale. Dmitrij Palagi ed Antonella Bundu di Sinistra progetto comune chiedono all'amministrazione “il massimo sforzo” per produrre la documentazione necessaria.

“La situazione critica per gli adempimenti dei Comuni è stata segnalata al ministero dell'interno e all'Anci (l'Associazione nazionale dei comuni, ndr)”, ha detto l'assessora comunale all'anagrafe Elisabetta Meucci, che ha assicurato che il personale sta lavorando a tempo pieno per cercare di portare a termine l'operazione ma sottolineando anche il maggior carico di lavoro necessario per certificare le firme digitali entro 48 ore (come chiede la legge) rispetto a quelle 'tradizionali' sul cartaceo. Oggi a Roma ci sarà un presidio di fronte a Palazzo Chigi, sede della presidenza del consiglio, per chiedere al governo di prorogare la scadenza della consegna delle firme in Cassazione oltre il 30 settembre.

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