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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Dalla Sicilia a Firenze: arrestati i 'trasfertisti' delle rapine

Operazione della squadra mobile della polizia, in manette un 37enne e un 45enne

Due rapinatori di banca, che agivano in trasferta, dalla Sicilia a Firenze, sono stati arrestati questa mattina in provincia di Catania da agenti della squadra mobile della questura di Firenze, con l’ausilio dei colleghi di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Firenze Fabio Frangini, su richiesta del pm Fedela La Terza.

In manette sono finiti due catanesi di 37 e 45 anni, ritenuti responsabili di una tentata rapina in una banca di piazza Tanucci, a Firenze, nel settembre 2016. Al 37enne, inoltre, è contestata anche una rapina da 20mila euro commessa, pochi giorni dopo, a Sesto Fiorentino, quando vennero rapinati di alcune migliaia di euro anche dei clienti che si trovavano nell'istituto di credito per depositare contanti.

I fatti contestati sono gli stessi che, nel maggio 2017, avevano già portato all’arresto da parte della polizia di altre 6 persone, tutte siciliane, accusati anche di una serie di ulteriori rapine commesse tra Toscana e Veneto. Gli allora destinatari delle misure cautelari furono indicati nei provvedimenti come “trasferisti siciliani” ma le indagini avevano riguardato anche altri soggetti, allora rimasti ignoti ed arrestati oggi.

L’attività investigativa della squadra mobile di Firenze, suffragata da una serie di informazione rese dai testimoni, dall’analisi dei tabulati e del relativo traffico telefonico, ha consentito agli investigatori fiorentini di identificare i 2 catanesi fermati questa mattina, che erano soliti cospargersi le dita con la colla per non lasciare impronte sul luogo del delitto.

Nella contestata tentata rapina in piazza Tanucci, il 15 settembre 2016, dopo aver immobilizzato e rinchiuso tutti i dipendenti in una stanza, i delinquenti nonriuscirono a mettere a segno il colpo solo grazie al sistema d’allarme entrato in funzione.

Nell’ambito dell’inchiesta è emersa quella che gli inquirenti definiscono una certa “professionalità” dei rapinatori nel compiere le attività criminali, suffragata da un modus operandi comune a tutte le rapine: utilizzo della colla alle mani per non lasciare impronte e chiusura dei dipendenti e dei clienti in una stanza dell’istituto di credito. I due, entrambi già noti alle forze dell’ordine per plurimi precedenti, sono ora rinchiusi nel carcere di Catania.

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