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Cronaca

Iniziato il Ramadan, ma per la moschea (sotto sfratto) ancora nessuna soluzione all'orizzonte

Il sindaco Nardella evita accuratamente, quando possibile, di parlare di un argomento molto spinoso

E' iniziato ieri, 22 marzo, il Ramadan, mese sacro per l'Islam, caratterizzato, tra le altre cose, dal digiuno odierno chiesto dal Corano a tutti i musulmani in buona salute. Agli oltre 30mila fedeli musulmani che vivono nell'area provinciale fiorentina è arrivato anche l'augurio del presidente del consiglio comunale di Firenze Luca Milani.

“Il digiuno - sottolinea Milani – è elemento tradizionale anche nella religione cristiana. La persona che digiuna, percependo la fame e la sete che milioni di esseri umani in tutto il mondo affrontano quotidianamente, può compiutamente prendere coscienza di questo dramma e inoltre rende consapevoli che la volontà che porta al superamento del sacrificio fortifica l’animo umano verso una maggiore consapevolezza della trascendenza".

Quest’anno il mese di aprile vede tra l'altro la congiunzione delle tre festività più importanti delle tre religioni abramitiche, il Ramadan appunto, la Pesach ebraica dal 6 al 13 aprile e la Pasqua cristiana. "A nome del consiglio comunale di Firenze – aggiunge Milani –, voglio rivolgere l’augurio a tutti i cittadini credenti delle tre religioni per un futuro di fraternità e pace".

Capitolo moschea

C'è poi lo spinoso capitolo della moschea cittadina, problema per il quale non sembra ancora esserci una soluzione all'orizzonte. L'angusto spazio utilizzato in Borgo Allegri, un ex fondo trasformato in luogo di culto, è del tutto insufficiente e non dignitoso, come ormai da anni constatato da tutti.

Con il nuovo Poc, Piano operativo comunale, l'amministrazione renderà più semplice il cambio di destinazione d'uso di determinati immobili, per renderli compatibili a luogo di culto. Al momento però la comunità islamica resta costretta a pregare nel piccolo spazio adiacente a piazza dei Ciompi, pur sotto sfratto, come noto dopo il rinvio dell'esecuzione del provvedimento avvenuto nel dicembre scorso.

I musulmani rispondon in massa all'appello per il rinvio dello sfratto / FOTO

"Per i cittadini musulmani anche questo periodo di preghiera purtroppo è caratterizzato dall’incertezza di un luogo di culto stabile dove riunirsi adeguato al numero dei fedeli residenti in città. L’augurio è che Firenze possa aspirare ad avere luoghi di culto per tutte le professioni aperti, accessibili, sicuri. Solo con la totale normalità nella libertà di professare la propria religione si potrà raggiungere la vera uguaglianza, il vero rispetto la vera convivenza”, aggiunge a proposito Milani.

Le ultime ipotesi

Del resto l'amministrazione fiorentina, Nardella in primis, ad ogni occasione sottolinea di essere al fianco della comunità musulmana negli sforzi per trovare un nuovo spazio, ma allo stesso tempo evita, quando possibile, di parlare della questione, che di fatto, al di là delle parole, è irrisolta da anni (nella lunga dichiarazione programmatica del sindaco Dario Nardella a proposito delle priorità da affrontare negli ultimi quindici mesi a Palazzo Vecchio non a caso non vi si fa alcun cenno).

La comunità, con l'imam Izzedin Elzir in testa, prosegue ad ogni modo nella spasmodica ricerca di un nuovo spazio. Elzir in questo è instancabile e visita decine e decine di spazi, perché la comunità, grazie alle raccolte fondi che mette in atto, non avrebbe difficoltà economiche all'acquisto. Il problema sorge sempre quando si prospetta la finalità dell'acquisto: costruire appunto la nuova moschea.

Tra gli ultimi luoghi visitati dall'imam ci sono le sedi di due ex banche, in via Santa Caterina d'Alessandria e nei pressi della stessa piazza dei Ciompi, e soprattutto l'ex Cinema Colonna di lungarno Ferrucci.

Qui, a quanto si apprende da fonti interne alla comunità, l'operazione stava per andare in porto, e non è detto che non ci si riesca, ma la proprietà anche in questo caso ha storto il naso quando ha sentito paralre di moschea. Nell'attesa, la comunità si muove, intanto, per avere un luogo dove celebrare la grande preghiera di fine Ramadan, che cadrà il 22 aprile. Poi, come da anni a questa parte, si ricomincerà a parlare di moschea.

Sullo sfratto della moschea divisioni anche nella destra cittadina

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