Islam: in migliaia per la preghiera finale del Ramadan / FOTO - VIDEO
Anche quest'anno i fedeli riuniti in un campo sportivo di Campo di Marte
Migliaia di persone, 6mila, forse 7mila, questa mattina al campo della polisportiva Floriagafir di viale Malta, a due passi dallo stadio Franchi, per la preghiera finale del Ramadan, il 'mese del digiuno' islamico.
“E' una preghiera ma anche una festa, il Ramadan è andato bene”, dice Izzedin Elzir, storico imam di Firenze ed ex presidente dell'Ucoii. Nonostante il gran numero di fedeli, il clima è di grande tranquillità e calma.
I fedeli musulmani, originari dei Paesi più vari, dal Senegal al Marocco, dal Bangladesh all'Albania, dal Kosovo alla Bosnia, solo per citare alcuni esempi, arrivano in gran parte con i mezzi pubblici o in bicicletta, come testimoniano anche le centinaia di biciclette legate fuori dal campo sportivo (e per fortuna l'usanza dell'auto non è ancora così diffusa tra la comunità musulmana come tra noi 'nativi', se no sai che impatto sul traffico).
Gli uomini pregano sul campo da gioco all'aperto, le donne su un campo di calcetto al chiuso. “Normalmente gli uomini pregherebbero davanti e le donne dietro, tutti qui all'aperto, ma non c'è abbastanza spazio”, spiega un ragazzo di quello che appare a tutti gli effetti un 'servizio d'ordine' auto-organizzato.
Sono uomini riconoscibili, con le pettorine arancioni, che guidano i fedeli all'ingresso verso la preghiera. Ma, come detto, il clima è estremamente rilassato. Su viale Malte una camionetta della polizia, accanto una decina di poliziotti scherzano tra loro osservando i fedeli entrare.
Molti i bambini, che in attesa della preghiera, iniziata alle 9 del mattino e durata una decina di minuti, giocano a calcio tra loro.
VIDEO / Fine Ramadan: migliaia di fedeli a Campo di Marte
“Vuoi farmi una foto? Certo, fotografami, mettila su internet così la vede mia nipote in Francia”, dice Mustafa Zaim, originario del Kosovo e in Italia da una quindicina d'anni. “Sono scappato al tempo della guerra”, aggiunge. Ha 44 anni ma ne dimostra d più. Parla di getto, completamente e un po' forse ingenuamente ignaro dell'utilizzo strumentale - anche politico - che di queste foto qualcuno potrà fare e senz'altro farà.
Poi c'è Mohammed, del Marocco. “Sono mediatore culturale, laureato a Siena ma da tanto vivo qui”, spiega un uomo sulla quarantina. Islal, Rama e Nadim, tutti e tre originari del Bangladesh e lavoratori invece nella ristorazione fiorentina, si fanno fotografare con gli abiti tradizionali.
La moltitudine di persone, vista dall'alto della tribuna laterale, è di grande impatto. Un'intera comunità di fedeli – a livello provinciale si stima che le persone di religione musulmana siano circa 30mila - che attende da tempo un luogo di culto in cui poter pregare. L'ex garage di Borgo Allegri è infatti completamente inadeguato e ogni venerdì tanti fedeli devono pregare per strada o nel giardino del Gratta, lì accanto.
Una situazione spesso 'segnalata' anche da esponenti politici, spesso gli stessi che poi però non vogliono la costruzione di una moschea, di un luogo di culto che consentirebbe lo svolgersi delle preghiere in un luogo più dignitoso.
Elzir, che da tempo guida la comunità fiorentina e gode di grande stima e rispetto non solo tra i fedeli ma anche da parte dell'amministrazione comunale, da anni svolge un lavoro certosino per raccogliere fondi, individuare un luogo adatto e un immobile da poter comprare, a spese della comunità islamica (uno dei temi al centro della questione è la trasparenza dei finanziamenti). La trattativa con il sindaco Dario Nardella sull'argomento, tra alti e bassi, va avanti da tempo.
A Sesto Fiorentino l'iter per la costruzione di una moschea è già partito, vedremo se in questo secondo 'governo Nardella' potrà partire anche a Firenze. Un tema che sicuramente dovrà seguire da vicino il neo-assessore, ex direttore della Caritas, Alessandro Martini, che tra le deleghe ricevute dal sindaco ha anche quella sui 'rapporti con le confessioni religiose'.
