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Cronaca

Ragazzino sordo e disabile multato sull'autobus perché non risponde al controllore

L'assessore Bonaccorsi sul caso del dodicenne multato dai controllori dell'Ataf: "Un brutto episodio. Emanuele e la sua classe invitati a visitare l'azienda"

Ataf ha invitato Emanuele e la sua classe a fare una gita nelle proprie strutture. Che c’è di particolare? Su carta niente, se non fosse che questo è una sorta di indennizzo per l’inconveniente avvenuto martedì, riportato ieri dalla Nazione, in cui il dodicenne sordomuto, Emanuele appunto, è stato multato a bordo di un autobus.

I controllori hanno sanzionato il ragazzino perché apparentemente sprovvisto di biglietto, in realtà aveva l’abbonamento in tasca dice la mamma, ma non avrebbe capito le parole del controllore. E quindi verbale e corsa a casa in lacrime.  Il problema non è stato ovviamente la multa in se stessa quanto la difficoltà in cui è stato messo il ragazzo nell’affrontare la situazione. E nello scoraggiamento che probabilmente ne sarà  seguito.  

La dinamica riportata oggi da Repubblica.it

 E' il 21 gennaio, Emanuele, 12 anni, sordo profondo da quando era in fasce e disabile certificato, sulla testa una cicatrice di 70 punti e un apparecchio a impianto cocleare, in pratica una scatolina di 5 centimetri color blu elettrico incollata sopra l'orecchio sinistro, sta tornando a casa da scuola in bus, linea 14. Lieve scossone, fermata, le porte che si aprono, le porte che si richiudono. "Biglietto prego". I controllori sono i soliti due, la gente fruga in borsa o in tasca, il lettore ottico fa beep beep. "Biglietto!", uno dei due si rivolge anche a Emanuele. Ma Emanuele non risponde. Sta lì immobile, ha l'abbonamento annuale a costo ridotto per disabili, è ovvio, ma lui non può, non sa dirlo, a stento articola: "Non capisco", il suo impianto cocleare blu in bella vista, la cicatrice evidente fra i capelli: "Io non capisco...". "Hai il biglietto?" insiste il controllore, qualcosa in Emanuele dovrebbe rendere evidente che a lui non si può rivolgersi come agli altri, ma l'uomo no, è un controllore, appunto, e deve fare il suo mestiere, "fammi vedere il biglietto, o l'abbonamento", gli dice ancora una volta. Di sicuro, Emanuele deve aver tentato di fare qualcosa, di sicuro ha tirato fuori il diario con dentro i suoi dati, sennò non si spiega da dove il controllore abbia preso nome cognome e indirizzo, perché Emanuele non è in grado di dire "via... numero... città...", nemmeno il cognome, non ci riesce, e insomma, il controllore trascrive tutto su un verbale e glielo consegna. Deve avergli anche detto "questo dallo ai tuoi genitori, ora devi portare l'abbonamento all'Ataf per farcelo vedere, ma intanto la multa è di 7 euro", così dice la legge. Nel diario c'erano anche i numeri di cellulare di babbo e mamma, in bella vista, ma chissà perché il controllore non ha pensato che forse, nel caso di quel bambino muto con quell'aggeggio sul cranio, era meglio telefonare ai genitori, prima di coinvolgere lui. Macché. Verbale, e multa, così dicono le regole, anche se non quella cruciale del buon senso, altrimenti detta umanità, misericordia, insomma, cose che non rientrano nei contratti aziendali e nemmeno negli integrativi. Emanuele arriva a casa, mostra il verbale ai genitori. Cosa è successo, gli chiedono babbo e mamma, ma lui sta piangendo, ora: "Io non ho capito, io sono scemo".

Sul caso è intervenuto  l’assessore alla mobilità Filippo Bonaccorsi, ex numero uno proprio di Ataf: “Non appena sono venuto a conoscenza dell’episodio, ho parlato con il presidente dell’azienda del trasporto pubblico. Giovedì sera l’azienda si è messa in contatto con i genitori di Emanuele ascoltando le loro ragioni: insieme è stato deciso come far fronte alle conseguenze dell’episodio sul ragazzino. Emanuele insieme alla sua classe è stato invitato a visitare la sede di Ataf (in particolar modo le parti tecnologicamente più interessanti) in modo da far riacquistare al ragazzino la fiducia toccata da quanto accaduto”.

“L’azienda ha dimostrato quella attenzione nei confronti del ragazzino e della sua famiglia che sia noi come Comune che la Regione avevamo chiesto – conclude l’assessore Bonaccorsi -. Siamo contenti che questa vicenda, nata in modo molto brutto, si sia risolta. E spero davvero che possa essere di insegnamento per il futuro per evitare che episodi di questo genere si verifichino di nuovo”.

Dopo la figuraccia - tanto rumorosa che il presidente ha inviato a Emanuele una copia del 'Piccolo Principe' - Ataf è subito corsa ai ripari stabilendo che i disabili non dovranno più mostrare il biglietto ma solo le loro generalità, visto che l'azienda può verificare dall'interno dei propri archivi se un abbonamento esiste o meno.

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