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Cronaca

Lo Spazio Uno lancia raccolta fondi: "Faremo un 'palazzetto del cinema', stile Berlino". E senza appartamenti di lusso

I gestori della storica sala: "Se la cittadinanza ci aiuterà, faremo un regalo ai fiorentini"

Un vero e proprio 'palazzetto del cinema', articolato su tutti e quattro i piani dell'immobile all'angolo tra via del Sole e via del Moro, dove ha sede lo Spazio Uno. Nessuna riduzione dello spazio dedicato ai film dunque, come paventato dopo il cambio di proprietà dello storico cinema, avvenuto nel 2018. Tutt'altro.

Il cambio di proprietà del 2018

Dall'acquirente, un privato attivo nel settore immobiliare, era trapelata fin da subito la volontà di costruire appartamenti o strutture di accoglienza. Extra lusso, ovviamente. Si era parlato anche di una possibile chiusura del cinema. Poi, negli anni successivi, la convenzione tra Comune e privato e la salvezza, grazie all'applicazione della norma salva-cinema contenuta nel regolamento urbanistico, con la possibilità di cambiare destinazione d'uso a condizione di mantenere l'attività cinematografica sul 60 per cento della superficie.

Il che implicava comunque una riduzione dell'attività cinematografica. Dopo ormai diversi anni, però, la nuova proprietà non ha fatto partire alcun lavoro. Così su Facebook Cristiana Baiocchi e Giuseppe Giuliattini, i due soci della G.r.Cine Sas che gestiscono lo Spazio Uno dal 2002, hanno lanciato un appello Facebook alla cittadinanza.

L'appello via social

“È arrivato il momento di prendere in mano la situazione e di agire. Vi chiediamo di sostenerci e di restare tutti compatti verso un obiettivo che ci auguriamo vi stia a cuore quanto a noi: acquistare lo Spazio Uno”, si legge nel post.

“Perché? La proprietà è 'in stallo': i famosi 'lavori' non partono e noi, dopo cinque anni, siamo stanchi di attendere. Il Comune - spiegano sui social i gestori -, è intervenuto e ha fatto ciò che poteva ma adesso siamo impantanati nell'inerzia. Che fare? Ci è venuta un'idea, il crowdfounding. Ci aiuterete a comprare l'edificio intero per farne una mini-multisala d'essai del tutto libera e indipendente da qualsiasi appartenenza?”. Sotto il post, l'Iban per effettuare i versamenti e contribuire alla raccolta fondi.

Il progetto

Niente rischio chiusura dunque, anzi. “Al contrario, abbiamo tantissime idee”, spiega Baiocchi. “Ho in mente un luogo con una sala sui 150-200 posti su ogni piano, in una struttura che si sviluppa in verticale, unica a Firenze”, prosegue la donna.

Ma non solo. “Pensiamo ad uno luogo polivalente, che possa essere vissuto per l'intera giornata, con un bar e uno spazio ristorazione, ma anche tavoli dove connettersi e lavorare in smart working, oppure semplicemente studiare. E poi laboratori, attività didattiche, corsi e una scuola di cinema”, scandisce Baiocchi, in quello che più che un sogno sembra un racconto di quello che lei vede già.

“Certamente, abbiamo già fatto realizzare da uno studio di architettura un progetto stilizzato. Una struttura che fuori sarà molto luminosa e con vetrate che si affacciano sull'esterno”, continua ancora.

Le idee ci sono, l'impegno e la voglia pure. Manca una cosa fondamentale: i 'piccioli', a dirla brutalmente. “Chiediamo alla cittadinanza un aiuto per raggiungere una cifra che faccia sì che la proprietà prenda in considerazione la nostra proposta di acquisto. Ci serve una somma che ci consenta di poter andare in banca e attivare una fideiussione”, spiega la donna. Per poi chiedere un mutuo.

Quindi l'appello a spettatori e a chiunque voglia aderire. Del resto l'afflusso alla storica sala, che risale agli anni Sessanta, quando nacque come cineclub del dopolavoro Enel, non va affatto male. "Non possiamo lamentarci, siamo all'80 per cento di pubblico rispetto al 2019. Numeri, quelli del pre pandemia, che probabilmente non torneranno più in nessun cinema, ma il trend da noi è ancora in crescita e questo dà speranza”, dice Baiocchi.

La volontà, ovviamente, è quella di mantenere un'offerta di qualità, oltre a tutte le altre attività di cui sopra. Un qualcosa di molto più grande rispetto al nuovo Astra di piazza Beccaria, da poco riaperto.

Modello Berlino

“Qualcosa che in Italia non esiste, ma a Berlino, ad esempio, sì”. L'obiettivo è raccogliere un milione di euro per la fideiussione. Per l'acquisto, servirà invece una cifra ben più alta, sempre che la proprietà decida di vendere. Disponibilità che però ci sarebbe. "Se la cittadinanza ci aiuterà, realizzeremo un luogo - conclude Baiocchi -, che sarà un regalo alla città e ai fiorentini, in pieno centro, dove siamo l'ultima sala rimasta". Al posto dell'ennesima struttura ricettiva. Missione ardua ma, chissà, non impossibile.

La rivolta contro il centro commerciale e la replica di Nardella

Qui sotto i dati pubblicati da Spazio Uno:
Iban: IT90W0538702807000003796750
Causale: Sottoscrizione Popolare per Cinema Spazio Uno

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