Piazza Stazione: il maxi spot della birra alla Scuola Marescialli raddoppia
Dopo la prima affissione sull'impalcatura del restauro l'assessore Biagiotti, "in coerenza con la lotta all'alcol", aveva chiesto la rimozione della pubblicità. Risultato? Lo spot sopra il cantiere è letteralmente raddoppiato
Questa pubblicità ‘non s'ha da fare’, anzi ‘non s’ha da mettere’. Invece, non solo la maxi pubblicità della birra Heineken non è sparita dalla facciata della Scuola Marescialli ma è addirittura raddoppiata. Passo indietro: in piazza Stazione, la Marescialli è chiusa da un imponente impalcatura per via del restauro della facciata. E come accade di consueto parte del restauro è finanziato dalla pubblicità che nasconde i lavori. Solo che, in questo caso, era apparsa un mega spot di uno dei birrifici più noti al mondo. Così grande da innescare diverse proteste da chi della lotta all’alcol ha fatto una bandiera personale.
Proteste rumorose che sono sbarcate sui giornali e poi sono atterrate a Palazzo Vecchio. Con l’assessore allo sviluppo economico Sara Biagiotti che martedì aveva chiesto ufficialmente di rimuovere il manifesto. Messaggio che non deve esser stato recepito: “Voglio pensare che ci sia stato un disguido e che la ditta non abbia ricevuto il contrordine”, ha sottolineato l’assessore al Corriere Fiorentino. A quanto scritto dal quotidiano di Firenze infatti, lo spazio pubblicitario è autorizzato ma i bozzetti raffiguranti la birra non lo sono.
“Ogni mese gli spot cambiano per quanto riguarda i luoghi più sensibili devono prima passare dalla giunta. In questo caso è stato affisso senza essere autorizzato. E in coerenza con la lotta all’alcol che stiamo portando avanti, quella pubblicità va rimossa». Ma non è così semplice. Il normale iter burocratico non è immediato: i vigili devono fare il verbale dell’irregolarità e inviarlo all’ufficio pubblicità, che a sua volta fa la contestazione alla società responsabile. Questa invia poi le sue controdeduzioni e soltanto dopo è possibile imporre la rimozione. «A questo punto mi appello al buonsenso dell’impresa”, conclude Biagiotti.
