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Cronaca

Anche oggi taxi introvabili, la rabbia degli utenti: “Dovrebbero svolgere un servizio pubblico”

Prosegue la protesta delle auto bianche contro la liberalizzazione prevista dal ddl concorrenza, in città ognuno si arrangia come può

Anche oggi, per il secondo giorno di fila, taxi introvabili in città. Le auto bianche protestano contro la liberalizzazione prevista dal ddl concorrenza, in particolare contro l'articolo 10 e l'apertura alle piattaforme come Uber, multinazionale americana del trasporto privato travolta dallo scandalo per un'inchiesta giornalistica degli ultimi giorni riguardo a pressioni sui governi per avere legislazioni 'amiche', presunta corruzione e accuse di sfruttamento dei lavoratori.

I disagi per gli utenti sono notevoli. “Siamo qui da 20 minuti ma i taxi non passano. Abbiamo saputo dello sciopero, andremo a piedi all'albergo”, dice una coppia australiana di fronte alla stazione di Santa Maria Novella.

In realtà la protesta di oggi, e di ieri, in corso in tutta Italia, non è uno “sciopero”, fissato invece per il 20 e 21 luglio, dopo quello della settimana scorsa, ma una astensione dal servizio, un “fermo spontaneo”, come scrivevano ieri in una nota i sindacati dei tassisti.

“E' vergognoso. Quello dei taxi è un servizio pubblico, la protesta di questi giorni deve essere considerata interruzione di pubblico servizio. Perché le autorità non intervengono? La categoria ha sempre goduto di privilegi e la difesa che fa di se stessa è anacronistica”, si arrabbia Paolo, 39enne consulente aziendale, in attesa anche lui alla stazione, arrivato da Milano.

“Alle 12 e 15 devo intervenire ad un convegno a Sesto Fiorentino, sto chiamando gli organizzatori perché qualcuno mi venga a prendere”, dice infuriato, quando manca poco a mezzogiorno.

I tassisti: "No a 'uberizzazione' del lavoro e caporalato digitale"

“Chiamo come una scema il 4390 e il 4242, ma non c'è niente da fare, non riesco a trovare un taxi”. A parlare questa volta è Kate, americana 36enne da molti anni in Italia, arrivata a Firenze da Modena. “Sono qui per svago, è vero, per andare all'Asmana (il centro termale di Campi Bisenzio, ndr) con il mio ragazzo, ma non sappiamo come arrivarci - dice -. Sono due ore che cerco un'auto, così non è possibile”.

Al 4390 è un miracolo trovare la linea libera, mentre al 4242 chi risponde al centralino fa semplicemente sapere: “Oggi corse solo per disabili e verso gli ospedali, siamo in stato di agitazione”.

“Non dovrebbe indignare la nostra protesta, ma quello che emerge dall'inchiesta sugli 'Uber Files'”, replicavano ieri i tassisti.

"Pessioni sui governi e sfruttamento dei lavoratori", Uber nella bufera

“Quello dei taxi è un servizio di qualità rivolto a tutta la popolazione, anche la più fragile. E' in atto una narrazione ribaltata, che descrive come 'straordinari' i servizi di multinazionali fondati su illegalità, corruzione e sfruttamento sul lavoro”, le parole del presidente nazionale di Uritaxi Claudio Giudici, che guida la “rivolta” contro una deregolamentazione che, dicono i tassisti “peggiorerebbe sia la qualità del servizio che le condizioni di lavoro”.

La mobilitazione continua, contro un provvedimento voluto da un governo che tra qualche ora potrebbe non esserci più, dopo che i 5 Stelle non hanno votato la fiducia all'esecutivo al Senato sul cosiddetto 'decreto legge aiuti'.

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