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Cronaca

Nuova gara d'appalto del Comune: a rischio 70 posti di lavoro nelle biblioteche fiorentine

Il Comune di Firenze rende pubblico il nuovo bando di gara dove non si darebbero certezze ai lavoratori e si metterebbe a rischio le condizioni di lavoro

A rischio dai 70/75 posti di lavoro con il nuovo bando di gara per l’appalto dei servizi bibliotecari del Comune di Firenze. E’ l’allarme lanciato dalla Cgil Firenze questa mattina durante una conferenza stampa per illustrare il nuovo bando.

La nuova gara non include né la clausola sociale, cioè il diritto alla conservazione del posto di lavoro, né il mantenimento delle attuali condizioni economiche e normative per chi da anni lavoro nel settore o è già impiegato nell’appalto.

Un bando di gara che riguarda 10 biblioteche, tra cui quella delle Oblate e quella di Canova, le più grandi, oltre ad alcuni poli di minore superficie.

Per questo motivo lunedì sotto Palazzo Vecchio si terrà, durante il Consiglio comunale, un presidio dei lavoratori, con cui si chiederà un incontro alle commissioni cultura e lavoro.

Dal sindacato, inoltre, sottolineano che questo inciderà sulla vita di oltre 70 lavoratori. Tutti con contratto a basso reddito, tra operatori al servizio bibliotecario, in senso stretto, informatici, addetti all’archivio comunale, servizi bar e ristorazione.

"Con questo nuovo bando di gara (operativo a luglio) – spiega Maurizio Magi della Cgil -   non c'è la garanzia per i lavoratori di essere reimpiegati. Questo non basta perché, fino a luglio i lavoratori dovranno stare con l’ansia di sapere cosa ne sarà di loro. Per questo chiediamo con forza attenzione e risposte dall’amministrazione cittadina”.

La Filcams Cgil  inoltre sottolinea come questo nuovo appalto sia “una scelta politica” ed è per questo che esprime forte preoccupazione per un cambio di appalto che si profila totalmente “al buio” e invita caldamente l’amministrazione a rivedere la propria posizione. “Chi ha fatto questa scelta – commenta Massimiliano Bianchi segretario generale Filcams Cgil Firenze – considera il lavoro non un valore ma una merce. Non è polemica ma un dato oggettivo. Noi chiediamo il perché di questa scelta all’amministrazione comunale di Firenze. E ribadiamo al Consiglio comunale che questa è una scelta sbagliata”. 

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