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Rivolte in Iran, protesta a Firenze: “La lotta continua, più diritti” / FOTO

Le proteste scaturite dopo la morte della giovane curda trovano la solidarietà della comunità fiorentina

Guance rubizze e capelli scarmigliati dall'intensità del momento. Impugnano e sventolano foulard come bandiere per sostenere le proteste che infiammano la terra d’origine. Ieri la comunità iraniana fiorentina si è raccolta in Piazza Sant’Ambrogio per esprimere solidarietà a quanti si stanno battendo contro il governo di Teheran dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda deceduta una decina di giorni fa dopo esser entrata in coma a seguito di un fermo della polizia morale perché non indossava il velo in modo corretto. Un fermo per una ciocca di capelli "scappata" da sotto il hijab (velo) mentre era in gita con il fratello nella capitale. 

Secondo la legge iraniana, che si basa sull'interpretazione della Sharia, le donne sono tenute a coprirsi i capelli con un velo e indossare abiti lunghi e larghi per mascherare la propria figura. 

Cosa è successo in Iran

Dopo il decesso, le autorità iraniane hanno collegato la morte di Mahsa Amini a un infarto, ma il padre della 22enne ha accusato le autorità di mentire dicendo che la giovane non aveva problemi di salute.  

Dichiarazioni che hanno intensificato le proteste, partite da Saqqez, luogo di sepoltura della giovane, per poi estendersi ad ottanta città. Manifestazioni che hanno visto le donne scendere in strada e tagliarsi i capelli - usanza curda in segno di lutto - ma che rappresenta un modo di opporsi al regime. Una rivolta che ha portato con sé numerose vittime: almeno 35 morti - secondo i media ufficiali - sebbene secondo l'organizzazione Iran Human Rights parli di 50 persone uccise.  

Il regime, intanto, aveva tagliato la rete internet e impedito l'accesso a Instagram e WhatsApp, rendendo più complesso le comunicazioni e la diffusione dell'evoluzione delle contestazioni. Nelle ultime ore Elon Musk ha però attivato il servizio satellitare Starlink così da aiutare gli iraniani ad accedere a Internet.

Intanto, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il presidente ultraconservatore iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato di aver "contattato la famiglia della defunta" promettendo di "indagare diligentemente sull'accaduto".  

Gli iraniani a Firenze 

La comunità iraniana di Firenze è scesa in piazza coesa per rivendicare i diritti di famiglie e connazionali. Medici, professionisti, artisti, atleti e lavoratori del turismo sventolano cartelli al grido: donna, vita, libertà. Sul sagrato della chiesa mostrano i volti delle vittime mentre scandiscono a gran voce Bella Ciao: “Non è una canzone politica, è una canzone di libertà”. Una stoccata diretta alla cantante Laura Pausini dopo che qualche settimana fa si era rifiutata di cantarla in diretta tv. 

 “L’Iran è una polveriera. Le proteste e il costo di vite umane del 2009, 2017 e 2019, sono state per il popolo iraniano delle ferite mai rimarginate”. “Sono già state uccise decine di persone, centinaia ferite e molte arrestate, ma la lotta continua”. “Noi iraniani all’estero vogliamo dare il nostro contributo a sorelle e fratelli iraniani”. 

Solo la pioggia nasconde le lacrime che rigano i volti delle manifestanti che continuano a gridare Freedom for Iran. Azadi. Libertà.

La protesta degli iraniani a Firenze

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