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Cronaca

Giornalisti in piazza: "Precariato diffuso e pagati pochi euro ad articolo, informazione a rischio" / FOTO

Presidi in tutta Italia, a Firenze di fronte alla prefettura di via Cavour

Giornalisti oggi in piazza in numerose città italiane, per denunciare, tra le altre cose, una situazione di precariato che per tantissimi dura ormai da molti anni, con compensi spesso di pochi euro ad articolo e mancanza di tutele previdenziali, ferie pagate, malattia, solo per citare alcune delle maggiori criticità. A Firenze il presidio si è svolto in via Cavour, sotto Palazzo Medici Riccardi, sede della prefettura.

Le iniziative a livello nazionale sono state organizzate dalla Fnsi, Federazione nazionale stampa italiana (il sindacato dei giornalisti) e a livello toscano dall'Assostampa e dall'ordine regionale di categoria. Al governo, tramite il prefetto, viene chiesto di investire parti del Pnrr anche per migliorare la situazione del settore dell'informazione.

"Quello che serve a livello generale è un patto con le istituzioni per il futuro dell'informazione. Il dovere di informare, il diritto di essere informati in maniera corretta e pluralistica devono restare i pilastri del nostro sistema democratico. A cominciare dalle opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel quale ci deve essere posto per l'informaizone intesa come attuazione dell'articolo 21 della Costituzione", si legge nel comunicato diffuso e firmato dal presidente dell'Associazione stampa toscana Sandro Bennucci e dal presidente dell'Odg Toscana Carlo Bartoli.

Un settore, quello giornalistico, dove "tra il 2013 e il 2020 sono andati perduti oltre 3mila posti di lavoro, quasi il 17% del totale. Un'emorragia che non ha uguali. E se non bastassero il ricatto occupazionale e lo sfruttamento lavorativo, i cronisti sono limitati nel loro mestiere anche dalla minaccia delle querele bavaglio e del carcere per il reato di diffamazione".

VIDEO - Il presidio in via Cavour

Al governo vengono fatte una serie di richieste, tramite un documento consegnato alla prefetta Alessandra Guidi: incentivi per favorire le assunzioni, obbligo di assunzione o stabilizzazione per ogni nuovo pensionamento, legge sull'equo compenso (molti collaboratori oggi, che pure scrivono articoli a loro firma, vengono pagati pochi euro per ogni articolo pubblicato), abolizione del co.co.co.

"Servono contratti veri per i giornalisti. Oggi nelle redazioni ci sono i precari, chi scrive di nera, giudiziaria, va in questura, nei comandi dei carabinieri, in Regione, in Comune, senza avere alcun riconoscimento e pagati o con contrattino da co.co.co o a collaborazione, con una paga ridicola", commenta Bennucci.

"Il governo attui una vera riforma dell'informazione e utilizzi il Recovery Plan anche per rilanciare l'editoria e stabilizzare ragazzi giovani e meno giovani che lavorano per 3, 5, 10 euro ad articolo", aggiunge.

"E' semplice, è come pensare di andare al bar a prendere un cappuccino e una pasta gratis e pensare di avere i migliori ingredienti. Se non si paga l'informazione non ci sono risorse per pagare chi lavora, e questi ultimi, i giornalisti, non hanno risorse per dare una informazione verificata, attenta, rispettosa dei diritti dei cittadini. Quindi stiamo creando le condizioni in Italia per lasciare un Paese dove il circuito infromativo, di trasmissione della cultura, del sapere sarà affidato alle grandi piattaforme internazionali. Saremo così più poveri e meno ricchi di sapere e di cultura", aggiunge Carlo Bartoli.

FOTO - Giornalisti in piazza contro precariato e paghe da fame

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