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Cronaca

'S.O.S. Firenze muore'. La protesta con i lenzuoli tra i banchi di San Lorenzo / FOTO

Frustrazione, rabbia e impotenza. Senza il turismo e con le chiusure anticipate tante attività sono a terra e la voce prevalente è una: “Restare aperti? Così non ha senso, servono aiuti subito”

Frustrazione, rabbia, tristezza, impotenza. Sono i sentimenti delle attività che vivono, o vivevano, intorno al centralissimo mercato di San Lorenzo, messe in ginocchio da un centro storico deserto e dal nuovo azzeramento di turisti dopo la 'ripresina' dell'estate.

Per locali e attività di somministrazione, ristoranti in testa, si aggiunge la chiusura alle 18 sancita dall'ultimo Dpcm. Contro il quale si moltiplicano le proteste. “Abbiamo 35 camere, 65 posti letto in tutto. E sa quanti clienti abbiamo in tutto oggi? Tre. Che senso ha andare avanti così?”, si chiede Andrea Braccia, direttore dell'Hotel Palazzo Benci, all'incrocio tra via Faenza e piazza degli Aldobrandini.

“Noi non abbiamo il ristorante, serviamo solo la prima colazione. E' ovvio che non avremo più clienti, se qualcuno volesse stare da noi poi dove va a cena con i ristoranti chiusi?”, prosegue il direttore dell'albergo, che in tempi normali dava lavoro ad una decina di persone. “Imporre chiusure alle 18 è assurdo, piuttosto si facciano più controlli ma chi si è messo in regola deve poter lavorare”, chiede ancora Braccia.

Protesta al Duomo, i ristoratori apparecchiano in terra / LE IMMAGINI

La mancanza di turisti pesa. E probabilmente mancheranno a lungo, perché molti Paesi europei hanno già preso misure ancora più restrittive delle nostre.

“E noi qui si viveva di turismo. Mercoledì non ho fatto un euro, domani (oggi, ndr) probabilmente non apro nemmeno”, diceva ieri nello sconforto Roberto Calamai, uno dei pochi fiorentini rimasti a gestire direttamente un banco ambulante in via dell'Ariento e non a caso presidente de 'I sopravvissuti di San Lorenzo'.

“Se non arrivano aiuti sufficienti dal governo chiudiamo per sempre. Lo capiscono? Il Comune ci ha azzerato 10 mesi di Cosap ma da Roma devono darci di più. Da marzo ho avuto 2.200 euro. Ho due figli, è umiliante, non sappiamo come fare”, aggiunge Calamai, che sopra il banco ha appeso un lenzuolo bianco con su scritto 'A.A.A. Fondo perduto cercasi'. Col 'decreto ristori' il governo ha stanziato altri 5,4 miliardi per le attività colpite, “speriamo che arrivino davvero e presto”.

La protesta dei tassisti, serpentone in centro a clacson spianato / VIDEO

Altre 'lenzuolate' sono sopra diversi banchi e 'gridano' rabbia e disperazione: 'Il Covid uccide, lo Stato seppelisce', 'Sos, Firenze muore', 'Vergogna, non ci sono attività di serie A serie B e serie C'. L'assessore al commercio Federico Gianassi ieri mattina è tornato tra gli ambulanti. 

“Servono misure di sostegno. Noi lo abbiamo fatto con misure comunali azzerando la tassa sul suolo pubblico ma c’è ora bisogno anche di un intervento nazionale che sia di supporto in questo momento così difficile”, scrive poi l'assessore su Facebook.

In questo momento non se la passa bene nessuno. La storica pasticceria Sieni è quasi vuota. Stessa storia per gli altri bar e ristoranti. “In tutto il giorno abbiamo avuto dieci persone. Quattro camerieri che avevamo a chiamata non lavorano più”, dice Sofia della Trattoria Antellesi di via Faenza. “E' tutto vuoto, mi domando se abbia senso andare avanti. Avevo riaperto a settembre dopo sei mesi e siamo di nuovo al punto di partenza. Eppure ho speso per mettere tutto in regola”, dice anche Claudio Console, del ristorante La Falterona. Ai tavoli non c'è nessuno.

Non va meglio ai tantissimi negozi che vendono prodotti in pelle. Borse, giubbotti, cinture, portafogli. Anche loro senza turismo sono ko. “Quanto vendiamo? Il 95% per cento in meno”, risponde Olimpia, della pelletteria Bellucci di via Zannoni. Tanti altri non hanno nemmeno voglia di parlare. Per sabato alle 18 in via Faenza è annunciato un ennesimo flash mob contro l'ultimo Dpcm. Sempre che l'andamento del contagio non ne faccia già intravedere uno nuovo.

FOTO - Contro il Dpcm la protesta coi lenzuoli degli ambulanti

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