Protesta degli ambulanti: corteo in città, presidio sotto il Consiglio regionale / VIDEO - FOTO
Il corteo partito dall’Osmannoro ha attraversato la città arrivando fino al palazzo che ospita l'assemblea toscana
Oggi doppia protesta degli ambulanti. La prima a Pistoia, dove nel corso della mattinata è stato allestito un finto mercato per manifestare il proprio dissenso, la seconda ha avuto lungo nel pomeriggio nel capoluogo toscano. Qui centinaia di ambulanti si sono ritrovati con i loro furgoni all’Osmannoro e da qui sono partiti formando un lungo serpentone in direzione del centro - con passaggio anche dal Piazzale Michelangelo - per chiedere le riaperture dei mercati.
“Riapertura immediata di tutti i mercati per tutte le categorie merceologiche, annullamento del pagamento suolo pubblico fino al 31 dicembre 2021, un anno bianco dal punto di vista fiscale con interventi sulla parte contributiva - chiede Assidea nella giornata giornata ‘Mai più mercati chiusi, #ilmiolavorounicoristoro’ ”.
Gli ambulanti hanno chiuso loro protesta davanti alla sede della Regione Toscana. Una delegazione del direttivo di Assidea, che ha organizzato la manifestazione a cui hanno aderito ambulanti da tutta la regione, è stata ricevuta dal Prefetto di Firenze Alessandra Guidi.
“Un'adesione altissima da tutta la Toscana come mai si era vista per il nostro settore – spiega il presidente Assidea Alessio Pestelli – e che dimostra come quello delle mancate riaperture e della mancate misure strutturali di sostegno, sia un problema reale, urgente e non più rinviabile. Adesso è il tempo di dire basta alle chiusure che, di fatto, penalizzano quasi esclusivamente gli ambulanti e i mercati ed è arrivato il momento di prendere le decisioni: si riaprano i mercati, si annulli il versamenti del suolo pubblico fino a fine anno e si apra un tavolo di crisi per il settore. E ora che la politica torni a fare scelte nell’unico interesse delle sue imprese e dei suoi cittadini. I mercati all’aperto – conclude Pestelli – sono luoghi sicuri. Ci scusiamo ancora una volta con la città per i disagi creati, ma l’unica responsabilità è di una politica sorda incapace di ascoltare i bisogni reali del Paese”.