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Cronaca

Pronto soccorso di Careggi, è il caos: "Sessanta persone in coda, anche 12 ore. Insulto a chi ha bisogno di cure"

Dura accusa del sindacato Nursind: “C’è chi aspetta un posto letto 48 ore, nessuna risposta da azienda e Regione"

Non sembrano aver fine i disagi al pronto soccorso di Careggi. Almeno secondo quanto denuncia NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche.

“Alle 18 di mercoledì, vigilia dell’Immacolata, erano una sessantina le persone in attesa di una visita e a mezzanotte diversi pazienti attendevano da più di dodici ore. Nelle stanze visita c’erano quaranta persone in corso di trattamento, ai quali bisogna aggiungere le venticinque in attesa di un posto letto, alcune delle quali da più di 24 ore. E qualche giorno prima un paziente aveva atteso il posto letto in reparto per più di 48 ore”, attacca il segretario aziendale Luca Bigi.

"La concentrazione di sessanta persone al pronto soccorso - prosegue -, crea condizioni di attesa al limite della civiltà e costituisce un insulto alle persone che in stato di bisogno accedono al pronto soccorso del più grande ospedale regionale. Contemporaneamente, costituiscono un rischio per la salute, sia per l’impossibilità fisica di gestire i bisogni dei pazienti, con barelle accostate le une alle altre senza alcuno spazio di intervento sulla persona, sia per l’ovvio contributo che in queste condizioni si dà alla diffusione delle malattie a trasmissione aerea".

Secondo il NurSind le soluzioni da intraprendere quanto prima riguardano l’apertura di nuovi reparti, l’aumento del personale in pronto soccorso, il recupero di spazi e strutture, un intervento sul 112 e la costruzione di una rete per cui si possano ricoverare le persone in ospedali diversi da quello in cui avviene l’accesso in pronto soccorso, oltre al potenziamento dei servizi ambulatoriali.

“Attualmente - prosegue Bigi -, in pronto soccorso l’asset notturno del personale prevede quattro medici, 16 infermieri e 14 Oss. Mancano, a nostro avviso, un medico, un infermiere e gli spazi visita. Ma la carenza di personale, ammesso ci sia la volontà di risolverla, non è che uno dei problemi. Il 21 novembre l’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi ha inviato a tutti i direttori delle strutture organizzative dipartimentali il cosiddetto ‘Boarding del Pronto soccorso e posti letto dovuti per Sod’ secondo il quale ogni struttura dovrebbe riservare un certo numero di posti letto per ricevere i pazienti provenienti dal pronto soccorso. Evidentemente, però, questa indicazione non viene rispettata e comunque tali posti sono insufficienti".

“In questo quadro tutt’altro che semplice - conclude Bigi -, lascia sgomenti l’ormai cronica assenza di risposte da parte dell’Azienda e della Regione. Non è questo il momento per capire i motivi per i quali si è giunti a questa situazione, ma è il tempo di trovare soluzioni ai problemi del pronto soccorso di Careggi e di tutte quelle strutture che si trovano ad affrontare situazioni simili. E’ necessario che venga aperto con la massima urgenza un tavolo tecnico di confronto che coinvolga tutti i soggetti interessati: Regione, Azienda, organizzazioni sindacali e personale del Deas per individuare una volta per tutte soluzioni a queste criticità che si verificano con troppa frequenza”.

Il caso Meyer

Si registrano fortissime difficoltà anche al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Meyer, come denunciato anche dalla dirigenza dell'ospedale. Soprattutto nel fine settimana, causa l'impossibilità di contattare i pediatri, il pronto soccorso dell'ospedale viene letteralmente preso d'assalto, anche a causa dell'interruzione del servizio Acap, mai ripristinato nonostante le proteste dei genitori. Domenica 27 novembre si sono registrati oltre 170 accessi, con forti proteste dei genitori, che hanno atteso prima di una visita con i bimbi anche 8 ore.

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