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Cronaca

Processo Quadra, teste rivela: nei cantieri di Firenze controlli "fatti in modo generico"

È quanto ha rivelato un geometra del Comune di Firenze in aula al processo per corruzione su Quadra, la società di progettazione che faceva capo all’ex capogruppo del Pd in consiglio comunale Alberto Formigli

I controlli nei cantieri erano “fatti in modo generico”, e “non erano state date direttive precise” da parte dei vertici per stabilire con quali criteri, per esempio, “attestare l’inizio e la fine lavori” o altre fasi di un’opera. È quanto ha rivelato con una drammatica testimonianza un geometra del Comune di Firenze, stamani, in aula al processo per corruzione su Quadra, la società di progettazione che faceva capo all’ex capogruppo del Pd in consiglio comunale Alberto Formigli, principale imputato della vicenda, intorno alla quale tra 2007 e 2009 ruotavano i principali lavori dell’edilizia privata a Firenze. Il processo conta 22 imputati tra professionisti, tecnici comunali e imprenditori, e coinvolge quattro imprese di costruzioni.

Le affermazioni hanno suscitato un forte interesse sia del presidente del collegio Marco Bouchard, sia dei pm Leopoldo De Gregorio e Giuseppina Mione che – chiedendogli su che base facesse i controlli – lo hanno incalzato, anche con una certa energia, affinché spiegasse bene le prassi in atto nel Comune di Firenze. “Facevamo controlli in modo generale”, ha detto il geometra nella sua deposizione che verteva su verifiche a una decina di cantieri per case in affitto agevolato. Dalle sue parole è emerso che i controlli degli alloggi finanziati dallo Stato “erano a campione”, quanto ai cantieri “la prassi non imponeva prescrizioni particolari” per attestare l’inizio e la fine dei lavori, se non “verifiche generali” come rilevare se ci fossero opere fondamentali come quelle murarie e l'impiantistica di base.

I pm, che hanno stigmatizzato il contesto lacunoso di procedure raccontato dallo stesso geometra, gli hanno chiesto come sia possibile che lavori fatti con soldi pubblici non fossero verificati con maggior dettaglio dal Comune. Ma il geometra ha più volte ribadito che “si è sempre fatto così”, e che non riceveva necessariamente prescrizioni scritte e dettagliate riguardanti i controlli, né lui informava di tutti i sopralluoghi i suoi superiori. Delicati alcuni passaggi evidenziati dal pubblico ministero, e rilevati dallo stesso giudice: tra questi, non aver consegnato alla polizia giudiziaria, durante le indagini, i verbali dei sopralluoghi da lui svolti. “Non me li hanno chiesti”, ha detto il geometra comunale. Ma per i pm non è così.

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