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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Processo Meredith, l'accusa: 30 anni per Amanda, 26 per Sollecito

Secondo la ricostruzione dell'accusa, mentre Rudy Guede teneva bloccata con una mano Meredith Kercher e con l'altra ne abusava sessualmente, Amanda Knox e Raffaele Sollecito colpivano la studentessa inglese con due coltelli

La discussione sulla veridicità delle prove, gli interrogatori, le deposizioni spontanee, poi questa mattina, durante l’udienza del processo d’appello bis sull’omicidio di Meredith Kercher, in corso al Palagiustizia di Firenze, sono arrivate le richieste do condanna del sostituto procuratore generale Alessandro Crini: 30 anni per Amanda Knox e a 26 per Raffaele Sollecito (in primo grado a Perugia Amanda venne condannata a 26 anni di reclusione e Raffaele a 25).

Va detto che il pg ha chiesto 26 anni di reclusione per entrambi gli imputati, accusati di omicidio volontario. Per Amanda tuttavia a questa pena si devono aggiungere altri 4 anni di reclusione chiesti per la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.

L’OMICIDIO – Secondo la ricostruzione dell’accusa, mentre Rudy Guede teneva bloccata con una mano Meredith Kercher e con l’altra ne abusava sessualmente, Amanda Knox e Raffaele Sollecito colpivano la studentessa inglese con due coltelli. Per il pg Crini, Sollecito aveva in mano un coltello piccolo, che usò per ferire Meredith e per tagliare il gancetto del reggiseno “per aumentare la temperatura della vicenda”. La ferita più profonda fu inferta con un coltello più grande, impugnato da Amanda. La sua traccia trovata fra lama e impugnatura “è significativo rispetto a un uso improprio”.

MOVENTE – Nel movente dell’omicidio, l’abuso sessuale “è marginale” rispetto alla violenza “soverchiante” che subì Meredith Kercher. Nella sua requisitoria Crini ha spiegato che dopo l’urlo di Meredith “la reazione è liberarsi di chi va azzittita, di chi ormai è diventata una persona offesa di fatti gravi”. Meredith era stata “bloccata alla gola e alla bocca, immobilizzata come fosse un animale”. Dopo che riuscì a urlare, ci fu “una progressione comprensibile dal punto di vista criminologico” che “si sostanzia nella volontà di togliere di mezzo la persona offesa”. Tutto iniziò dopo che Rudy Guede, non sobrio, utilizzò il bagno lasciandoci le ‘tracce’. “E’ facilmente immaginabile che Meredith – ha detto Crini – abbia un atteggiamento reattivo naturale, abbinandovi coloro” Sollecito e Amanda, “che, avendo fatto uso di droghe, possono dare un sostegno a questo comportamento” di Guede. Già in passato, ha ricordato Crini, fra le coinquiline di Amanda c’erano stati contrasti legati alle pulizie di casa.

COLTELLO – La traccia che venne trovata sulla lama del coltello ritenuto l’arma del delitto ha “un profilo genetico pulito che guarda nella direzione di Meredith Kercher” ed “è una traccia chiara”: “quelle risultanze” sono venute fuori “in modo pulito”. Crini in questo ha ricordato “la bagarre” che “si scatenò” su quei risultati, ma ha difeso il lavoro della polizia scientifica: “ci andrei cauto a parlare di incompetenza e scarsa professionalità”. “Qualsiasi congettura che si possa fare sulla contaminazione – ha detto – è smentita in radice, questo coltello è palesemente non contaminato”.

Per questo che riferendosi alla perizia d’appello fatta a Perugia dalla professoressa Carla Vecchiotti – che non escluse una contaminazione della traccia – , Crini ha parlato di “valutazione poco coerente”. E parlando della traccia sul coltello non analizzata a Perugia perché ritenuta insufficiente ma poi studiata a Firenze (e attribuita ad Amanda), il pg ha detto che la decisione di non esaminarla fu “un fatto grave” che dimostra “una inadeguatezza” di cui si deve tener conto nel valutare “le perplessità” che i periti sollevarono “sulle altre tracce”. “Non è in dubbio la professionalità ma la lettura dei dati”.

AMANDA“Io in quella casa non c’ero”. Così ha ribadito Amanda Knox parlando con uno dei propri legali, Luciano Ghirga, al termine della requisitoria e della richiesta di condanna a 30 anni. Amanda, ha riferito il suo legale, è “dispiaciuta” e, riferendosi alla ricostruzione del procuratore generale, ha detto ai propri difensori: “Contrastatela radicalmente, come avete sempre fatto”.

PADRE SOLLECITO“Sono senza parole”. E’ questo il commento di Francesco Sollecito, padre di Raffaele, al termine della requisitoria del pg Crini. A differenza di ieri, stamani Raffaele non era in aula, ma si trovava comunque a Firenze, ed al termine della requisitoria è stato raggiunto dal padre. “Mi aspettavo una cosa diversa”, ha aggiunto Francesco Sollecito. E a chi gli chiedeva se pensasse ad una soluzione, ha risposto: “Non sono così pretenzioso”.

FAMIGLIA KERCHER – Per il legale della famiglia Kercher, l’avvocato Francesco Maresca, invece le richieste del pg sono “equilibrate, in linea con una requisitoria, equilibrata, completa e precisa”.

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