rotate-mobile
Cronaca

Processo Meredith, l’accusa: "Amanda e Raffaele erano sul luogo del delitto"

L'udienza è stata sospesa. Riprenderà domattina quando il sostituto procuratore Crini concluderà il suo intervento con le richieste per gli imputati

Oggi udienza a Firenze nel processo d’appello bis sull’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nel 2007 a Perugia. E' durata più di sette ore la requisitoria del sostituto procuratore Alessandro Crini. Intorno alle 18 l'udienza, iniziata poco dopo le 10, è stata sospesa: riprenderà domattina quando Crini concluderà il suo intervento con le richieste per gli imputati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

In primo grado l’americana venne condannata a 26 anni di reclusione e il suo ex partner a 25. I due imputati furono assolti in appello, sentenza poi annullata dalla Cassazione. Nella sua requisitoria il pg ha voluto ribadire come la sentenza di appello della Corte d'assise di Perugia sia stata "rasa al suolo" dalla Cassazione. Chiedendo anche di non rifare l'errore" compiuto "nel metodo" dalla corte d'assise d'appello di Perugia "atomizzando gli elementi" di accusa: ha "separato, invece di unire gli elementi", perdendo così una visione di insieme. 

Il sostituto procuratore ha poi affrontato la veridicità dell'alibi dei due imputati. Partendo da quello di Raffaele. “L'analisi del racconto di Raffaele Sollecito, che disse che la sera dell'omicidio di Meredith Kercher era in casa davanti al computer, "costituisce un primo elemento per caratterizzare la cosiddetta falsità dell'alibi".  “Dico che stavo interagendo con il pc - ha spiegato Crini, citando Sollecito e sottolineando che con gli investigatori in un primo momento parlò 'al singolare' - ma questo elemento trova riscontri negativi e questo dato conferisce dignità al ragionamento sulla possibile falsità dell'alibi".

Per l'accusa, dagli accertamenti dei consulenti emerge che non è dimostrato che Sollecito interagì con il pc e questo "elemento ci dà una rappresentazione di non autenticità che è importante" e che "dal punto di vista della prova rappresenta un alibi che non è semplicemente fallito, perché' nel momento in cui tu lo consegni sai che non è autentico".

DIFESA - Raffaele Sollecito, presente in aula, ha definito le accuse “approssimative e incerte". “Dopo tutto questo tempo - ha continuato - devo continuare ad affrontare una situazione di accuse dette e ridette, che non hanno alcun fondamento di realtà o verisimiglianza".  A fare da eco al suo assistito l’avvocato Giulia Bongiorno, commentando la prima parte della requisitoria  definendo la requisitoria “un'arrampicata abile ma infruttuosa" specie per la "ricostruzione di un'attendibilità dei testimoni che non esiste. Per l'avvocato Bongiorno "più che una requisitoria, quella del pg è stata un'arringa di difesa di elementi di accusa ormai defunti".

AMANDA - Nella seconda parte della requisitoria il sostituto procuratore ha centrato l’attenzione su Amanda. "La presenza della Knox è difficilmente sganciabile dalla presenza di Sollecito sul luogo del delitto". Sostenendo così che la coppia si trovava nella casa.

Durante la richiesta di condanna il sostituto procuratore Crini ha spiegato di ritenere attendibile sia il clochard Antonio Curatolo che "la sera del delitto" vide Raffaele Sollecito e Amanda Knox "nelle adiacenze dell'appartamento" dove venne uccisa Meredith Kercher  ma "va apprezzata la credibilità" anche del negoziante Marco Quintavalle, ha aggiunto Crini: "Ci consegna una certezza - ha spiegato il pg - quella di aver visto la Knox davanti al proprio negozio, all'apertura del bandone, quella mattina", dopo l'omicidio. I due imputati sostengono di aver passato quella sera e quella notte in casa di Sollecito e di essersi svegliati tardi.

"La combinazione di tutti questi elementi riveste di poca plausibilità questo racconto" di Amanda Knox -  ha detto il pg di Firenze, Alessandro Crini, parlando della ricostruzione dell'imputata su quanto avvenuto la mattina successiva all'omicidio.

Per Crini, i sospetti sulla Knox "trovano un gancio nel racconto di questa signorina", per il fatto che "non è convincente". Per Crini "la madre delle perplessità" nasce dal fatto che Amanda disse di essere tornata a casa, dopo aver dormito da Raffaele Sollecito, per fare la doccia ma di non aver visto il caos provocato dal furto che sarebbe stato compiuto nella camera della sua coinquilina.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Processo Meredith, l’accusa: "Amanda e Raffaele erano sul luogo del delitto"

FirenzeToday è in caricamento