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Cronaca

Fine del lockdown, tutti nella natura: occhio alle processionarie

Hanno fatto i nidi e scendono dagli alberi: come prevenire le irritazioni e le istruzioni per sconfiggerle

Uscire, recuperare la libertà, fare una passeggiata, magari nella natura. La fine del confinamento in casa ci ha restituito il piacere di star fuori e fare un giro nel verde in questi giorni è stata una delle poche cose fattibili. Ma in molti si saranno forse imbattuti negli insetti che avevamo dimenticato, a causa del lockdown. Nel frattempo l'inverno è passato e l'estate è più vicina: la primavera porta con sé, come tutti gli anni, le processionarie.

Qualcuno le avrà sicuramente trovate appese agli alberi: vive su tutte le specie di pino, sui cedri ornamentali e, seppure raramente, anche su altre conifere, quali l’abete rosso e la douglasia. Un contatto può essere molto fastidioso.

Si riconoscono perché ciascun insetto è lungo circa 4-5 cm, ha il capo di colore nero, mentre il corpo è grigio sui lati e rosso fulvo sul dorso. Appartengono al gruppo dei lepidotteri, comunemente conosciuti come “farfalle”. Negli ultimi anni la diffusione delle processionarie del pino e della quercia è aumentata in tutto il territorio della Toscana ed è dovuta a diversi fattori.

Dopo essersi abbondantemente alimentate degli aghi o delle foglie delle piante colpite, costruiscono sui rami dei nidi, consistenti in un sacco filamentoso, che fungono da riparo e dentro i quali effettuano i loro accrescimenti.

Le processionarie escono da i nidi in primavera, scendono lungo il tronco degli alberi e raggiungono un luogo adatto del suolo dove interrarsi e formare la crisalide. In questo stadio avviene la trasformazione da bruco a farfalla fino al sopraggiungere delle condizioni ambientali idonee allo sfarfallamento dei nuovi adulti, che si verifica all’inizio dell’estate. Le larve mature hanno il dorso ricoperto di peli urticanti, che possono essere facilmente liberati nell’aria e trasportati dal vento.

Oltre ai danni alla vegetazione i peli di questi insetti provocano reazioni infiammatorie che possono essere anche gravi, soprattutto sui bambini o gli animali da compagnia, che incautamente vengono a contatto con le larve. 

Per questo è opportuno sapere come gestire la presenza di questo insetto urticante, come spiega l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat).

Cosa fare per difendersi?

In presenza di larve di processionaria è necessario evitare il contatto con i peli urticanti. Queste le principali precauzioni da adottare, suggerite da Arpat:

  • Evitare la permanenza in prossimità delle piante o delle zone infestate, possibilmente impedendo l’accesso all’area e collocando segnali di pericolo.
  • In caso di necessità, prima di avvicinarsi alle piante, proteggersi il corpo con tuta, guanti, occhiali e mascherina.
  • Evitare di asportare i nidi dagli alberi con mezzi non idonei (bastoni o sassi) e di raccogliere le larve dal terreno con le mani, con la scopa o con il rastrello.
  • Lavare accuratamente frutta e verdura coltivata vicino alle piante infestate, prima di mangiarla.
  • Se è necessario tagliare l’erba sotto le piante, bagnare abbondantemente il terreno prima di eseguire l’operazione.
  • In caso di contatto accidentale con larve o nidi, è comunque necessario lavare a temperatura elevata (60°C) gli indumenti e fare tempestivamente una doccia, evitando di grattarsi.

Per asportare i nidi occorre chiamare una ditta specializzata ed è importante che gli interventi di bonifica siano effettuati in un’area omogenea. E' quindi consigliabile che i proprietari delle piante ubicate nella stessa zona, ad esempio un quartiere o un bosco, si rivolgano collettivamente ad un operatore specializzato. Oltre a migliorare l’efficacia degli interventi, in questo modo è anche possibile l’abbattimento dei costi.

Proprietari e conduttori dei boschi sono invece tenuti a comunicare tempestivamente la presenza del parassita alle amministrazioni provinciali o alle comunità montane.

Un mezzo complementare di lotta è costituito dalle trappole a feromoni, sostanze che attraggono i maschi adulti della processionaria del pino, per la cattura in massa, in modo da evitare la fecondazione delle femmine. Le trappole si collocano sul tronco delle piante a partire dalla metà di giugno.

Nella seconda metà di settembre è invece il periodo in cui possono essere impiegati insetticidi specifici contro le larve neonate che si nutrono degli aghi. Indipendentemente dal prodotto utilizzato, i trattamenti devono essere eseguiti anche in questo caso da ditte specializzate. 

Consultando il sito web https://meta.arsia.toscana.it/meta/meta è possibile trovare tutte le informazioni tecniche e scientifiche relative all’insetto e ad altri parassiti delle piante forestali, nonché alla loro diffusione in Toscana.

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