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Cronaca

Presunto stupro, in lacrime il giovane carabiniere: "Non le abbiamo violentate"

Interrogato ieri dal pm ha seguito la stessa linea di difesa di Camuffo

Ha parlato di fronte al pm Ornella Galeotti e dal procuratore aggiunto Rodrigo Merlo anche Pietro Costa, uno dei due carabinieri accusati di aver violentato due giovani statunitensi la notte tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana. Costa è il militare più giovane verso cui le americane hanno puntato il dito.

Il siciliano 32enne avrebbe confermato ai magistrati quanto detto sabato scorso da Marco Camuffo, il capopattuglia - cinquantenne pratese - accusato assieme a lui: le due giovani erano consenzienti e "non ci sembravano ubriache". E' quanto scritto questa mattina da Repubblica Firenze. Costa a conclusione dell'interrogatorio, durato almeno 3 ore, sarebbe scoppiato a piangere di fronte ai giudici. 

Nella notte fra il 6 e il 7 settembre i carabinieri Costa e Camuffo erano di pattuglia insieme, sembrerebbe per la seconda volta. Sono intervenuti alla discoteca Flò, vicina al piazzale Michelangelo, per una rissa intorno alle 2 di notte. Qui hanno conosciuto le ventenni che non riuscivano a trovare un taxi e per questo le avrebbero accompagnate a casa con la vettura di servizio. Nell'androne e nell'ascensore del palazzo di Borgo Santi Apostoli, in cui vivevano le giovani, avrebbero consumato un rapporto sessuale.  

Sempre Repubblica scrive che i militari per giustificare l'assenza temporanea avrebbero detto alla centrale che "si fermavano per un controllo".

I carabinieri Costa e Camuffo sono già stati sospesi dall'Arma. Sono ben tre i processi che rischiano di dover subire: uno da parte del Tribunale di Firenze nel caso in cui il pm dovesse chiedere il rinvio a giudizio a conclusione delle indagini; uno disciplinare interno; e l'altro da parte del Tribunale militare

Ieri sera a Porta a Porta in merito alla vicenda è intervenuta anche la ministra della difesa Pinotti. "Sono state fatte cose gravissime, contro le regole e contro l'etica dei carabinieri - ha detto Roberta Pinotti - Non ci sono attenuanti. Non posso anticipare l'esito della commissione interna, il primo atto è stata la sospensione, ma penso si debba andare oltre. Occorre far lavorare le inchieste, ma di fronte a fatti del genere bisogna mettere in atto le azioni più forti e nette. Se l'Arma ha la possibilità di costituirsi come parte civile - ha concluso -, io lo consiglierei. La stessa procura ha detto che l'Arma è parte lesa".

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