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Cronaca

Il presidio che da una settimana ferma il taglio di quasi 50 pini: "Ci saremo sempre, follia abbatterli" / FOTO

Palazzo Vecchio insiste: "Doloroso anche per noi, ma è per la sicurezza dei cittadini"

Attivisti - Palazzo Vecchio 7 - 0. Da una settimana, esattamente dalla sera di lunedì 1° maggio, un presidio di residenti, attivisti, cittadini provenienti da altri quartieri (tra i quali alcuni aderenti al comitato Vitabilità di Campo di Marte), associazioni ambientaliste e animaliste come Italia Nostra e Lipu, bloccano infatti il taglio dei quasi cinquanta pini rimasti ad ombreggiare viale Redi, a Novoli.

E anche se alla fine probabilmente vincerà il Comune, che ha già annunciato che si è trattato solo di un rinvio, i manifestanti non mollano. "Ogni volta che spunteranno i cartelli che annunciano l'abbattimento, noi saremo qui ad impedirglielo", scandisce Mario Bencivenni, vicepresidente di Italia Nostra ed uno degli animatori del presidio, assieme al 'comitato viale Redi'.

La questione è iniziata l'estate scorsa, con il via al taglio dei primi dei 52 pini rimasti in viale Redi. Già ci furono proteste allora, ma poi i primi alberi andarono giù, sostituiti dai gingko biloba, le nuove piante che nei piani dell'amministrazione sostituiranno gli attuali pini.

"Ne pianteremo 130, oltre il doppio di quelli attuali", ripetono dall'amministrazione, in un progetto che, al costo di oltre 900mila euro, prevede, tra le altre cose, anche la risistemazione di tutto il manto stradale e del sistema di smaltimento delle acque meteoriche.

"Quei soldi potrebbero essere usati per una maggiore manutenzione dei pini, con la sostituzione progressiva di quelli che periodicamente risultano da abbattere. Sostituirli tutti insieme è una follia", ribattono però dal comitato. "Non è vero, tra l'altro, al contrario di quello che dice l'amministrazione, che il manto stradale è rovinato in viale Redi. Chiunque può verificarlo, basta andare sul posto", aggiunge Bencivenni.

La questione, come in passato ammesso anche da Palazzo Vecchio, non sarebbe infatti quella della sicurezza e della stabilità dei pini, che risultano, dalle ultime Vta (Visual tree assessment, ndr) in classe C, quella che cioè non richiede l'abbattimento. Il taglio è in qualche modo funzionale alla risistemazione della strada. Ed è proprio questo a risultare inaccettabile a tanti.

"I primi alberelli che hanno piantato al posto dei pini abbattuti lo scorso anno sono dei fuscelli. Ci vorranno almeno vent'anni, forse di più, perché forniscano la stessa ombra degli alberi attuali", spiega Anita, una delle più combattive rappresentanti del comitato di viale Redi. E assenza di ombra significa una cosa: isole di calore. Famigerate e ben note, specialmente nelle torride estati fiorentine.

"Anche per l'amministrazione è doloroso abbattere alberi, ma è necessario per la sicurezza dei cittadini. E ne ripianteremo più del doppio", non si stanca di ribadire l'assessore all'ambiente Andrea Giorgio, che ha fatto sapere anche come Palazzo Vecchio, per il rinvio dell'abbattimento del tratto interessato, tra via Tozzetti e via Bellini (poi si proseguirà con il resto di viale Redi), perda nei confronti delle ditte 7mila euro al giorno.

La questione della classe di rischio

Nei giorni scorsi è stato detto da più parti che gli alberi di viale Redi sono in classe C, "come l'albero caduto al luna park delle Cascine" il 9 febbraio scorso. Un modo per dire: anche quelli in classe C, in teoria non a rischio cedimento immediato, possono cadere.

Ovviamente nessuno può assicurare il contrario. Ma la questione è un po' più complessa. Come denunciato dal consigliere comunale di Sinistra progetto comune Dmitrij Palagi, la valutazione Vta del pino caduto alle Cascine sarebbe del 2019 mentre quella del 2021 (va fatta ogni due anni), al momento mancherebbe. Dettagli? Non proprio.

"I gingko biloba piantati al posto dei pini sono ridicoli. Senza contare che l'eliminazione delle aiuole, barriera naturale, sarà un problema per il traffico veicolare notturno, visto che viale Redi è a doppio senso", prosegue ancora Anita. Non solo. "I nuovi alberi perdono le foglie, in autunno sarà un problema, e hanno bisogno di più acqua rispetto ai pini, come pure le piantine messe al posto della siepe. Altro che risparmio". Palazzo Vecchio tira dritto, confermando l'abbattimento. Presidio permettendo.

La protesta: "Perché quei pini non vanno tagliati"

FOTO - Il presidio che da una settimana stoppa il taglio di 50 pini

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