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Cronaca

Mattarella alla Scuola Magistrati: "Nel Paese bisogno di legalità"

Il presidente della Repubblica inaugura l'anno accademico della Scuola di Magistratura, nella Villa di Castel Pulci. Valerio Onida non nasconde le criticità logistiche: "Il 60% del bilancio corrente copre trasferte e ospitalità dei magistrati"

“Il bisogno di legalità è fortemente avvertito nel Paese”, così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, partecipando questa mattina all'inaugurazione del terzo anno di corsi della Scuola Superiore della Magistratura, alla villa di Castel Pulci, a Scandicci, sottolineando l'urgenza di una giustizia “efficiente” ed “efficace”.

Mattarella è arrivato da Roma a Firenze via treno, su 'freccia argento', accompagnato dal ministro della giustizia Andrea Orlando. Da Santa Maria Novella, assieme al sindaco di Firenze Dario Nardella, si è recato a Scandicci su tramvia, con un convoglio a loro interamente dedicato. La fermata della tramvia di Scandicci però è molto lontana dalla scuola di magistratura, dove il presidente è dovuto arrivare in auto.

E proprio le difficoltà nel raggiungere la villa sono sottolineate dal presidente della scuola, Valerio Onida, che ha ricordato come ogni anno frequentino la scuola migliaia di magistrati, per corsi professionali e di aggiornamento, e ha sottolineato le difficoltà che devono affrontare gli allievi magistrati.

“Ci avvaliamo, non senza difficoltà e inconvenienti, delle strutture alberghiere fiorentine, fortemente condizionate dal turismo – spiega Onida -.Ciò pone alla scuola difficoltà non lievi anche in relazione alla posizione, splendida ma relativamente eccentrica, e alla esigenza di assicurare i traferimenti giornalieri dagli alberghi e dalla città alla villa e viceversa”.

IL PRESIDENTE MATTARELLA VIAGGIA IN TRENO E TRAMVIA

Tutti gli oratori, il presidente Mattarella, il vicepresidente della scuola Giovanni Legnini, il ministro Orlando, Onida, hanno insistito sul valore della scuola e sul ruolo fondamentale dell'aggiornamento per la professione dei magistrati: “L'importanza di questa scuola riflette quella fondamentale che la Costituzione attribuisce alla Magistratura – commenta Mattarella -, e la preparazione dei magistrati è fondamentale per la qualità nel servizio giustizia”.

Il presidente della Repubblica ha richiamato i principi dell'autonomia e dell'imparzialità dei magistrati: “L'alto livello di preparazione professionale rappresenta la struttura portante su cui si regge l'indipendenza della magistratura”, ha detto di fronte ad una platea di magistrati ed autorità, mentre i giornalisti, non ammessi in sala (e arrivati in cima alla collina dove ha sede la villa grazie ad un servizio navetta effettuato con due pulmini della Croce Rossa e dell'Humanitas) lo guardavano parlare su un videoproiettore in una sala attigua.

Sulle difficoltà logistiche legate all'utilizzo della Scuola è tornato spesso Onida fino a rilevare che buona parte dei fondi ad essa dedicati è destinato a coprire i costi sostenuti dai partecipanti: “La scuola, lo ricordo – ha ammesso -, sostiene per intero l'onere economico delle trasferte e dell'ospitalità dei magistrati partecipanti ai corsi: si tratta della nostra principale voce di spesa, che impegna oltre il 60 per cento del bilancio corrente”.

In conclusione Onida ha ricordato che “le disponibilità finanziarie della scuola dipendono esclusivamente dalla assegnazione annua nel bilancio dello Stato” e ha chiesto che, dopo i tagli degli ultimi anni, non ce ne siano altri: “Ulteriori riduzioni porrebbero la scuola nell'impossibilità di mantenere gli attuali livelli di erogazione dell'attività formativa”. Di tali temi Mattarella non ha parlato.

In conclusione il presidente della Repubblica ha ammonito su due mali che possono affliggere il magistrato: “La Costituzione gli affida un compito che non è né di protagonista assoluto nel processo né di burocratico amministratore di giustizia, due atteggiamenti che snaturano la fisionomia della funzione esercitata”.

In conclusione, il neo inquilino del Quirinale ha citato Piero Calamandrei: “Il pericolo maggiore che in una democrazia minaccia i giudici è quello dell'assuefazione, dell'indifferenza burocratica, dell'irresponsabilità anonima”.

Poi i partecipanti se ne vanno, le auto blu ripartono. Ultimo ad andarsene è Pietro Grasso, il presidente del Senato, che ha ascoltato in silenzio la cerimonia.

Mattarella viaggio sul treno Frecciargento

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