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Cronaca

Il presidente della Repubblica a Firenze: onorificenza a Giangrande | FOTO

Palazzo Vecchio blindato per il presidente della Repubblica. Mattarella ha pranzato nel quartiere di San Lorenzo con Nardella e Rossi

Palazzo Vecchio blindato in occasione della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Stamani anche i giornalisti sono stati controllati scrupolosamente, con due barriere di metal detector, all’ingresso del palazzo comunale. Mattarella si è recato in città per la commemorazione dell’insediamento della Camera dei deputati della IX legislatura del Regno d’Italia, nell’ambito delle celebrazioni del 150esimo anniversario di Firenze Capitale. La cerimonia, il 18 novembre 1865 Firenze fu dichiarata capitale, si è svolta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Presente anche il ministro per le riforme Maria Elena Boschi.

Il primo intervento è stato del sindaco Dario Nardella che ha espresso nuovamente solidarietà ai “fratelli francesi”. “Voglio di nuovo esprimere a nome della comunità dei fiorentini il più profondo cordoglio e soprattutto la nostra grande amicizia– ha detto -. All’indomani di quei tragici eventi in una grande manifestazione spontanea alle porte del consolato abbiamo pianto insieme. Era come se anche Firenze fosse stata colpita”. Il primo cittadino ha raccontato di aver parlato con i ragazzi della scuola Marco Polo in merito alla situazione internazionale creatasi dopo i recenti attentanti di Parigi. Gli studenti gli avrebbero risposto: “Siamo preoccupati ma non abbiamo paura”.

FOTO - Mattarella a Firenze 18 novembre 2015


Per poi entrare nel merito della cerimonia. “Ancora oggi Firenze si sente capitale. Capitale culturale, morale, cuore della civiltà dei diritti di libertà, con la sua medaglia d’oro al valor militare per essersi liberata dal nazifascismo”. “Non posso non ricordare poi – ha continuato - come sempre in questo luogo solo 15 giorni fa 80 sindaci da 60 paesi, tra cui città - simbolo come Kobane, Diabarkyr, Herat, Mostar, sedevano uno di fianco all’altro per discutere di pace, di una pace possibile a partire dalle città, in continuità con quanto fatto dal mio grande predecessore Giorgio La Pira, che proprio sessant’anni fa riuniva sindaci da tutto il mondo per prevenire il pericolo della minaccia nucleare”.
 
ROSSI - Quindi è stato il momento del presidente Enrico Rossi, il quale ha voluto sottolineare le virtù  della Toscana da vedere "come avanguardia e buon esempio per tutto il Paese". E, a proposito di modernità, Rossi ha ricordato le bonifiche leopoldine, la modernizzazione dell'amministrazione e della tassazione, dei codici e della Giustizia, culminata con l'abolizione della tortura e della pena di morte, nel 1786, per la prima volta nel mondo. Il presidente non ha mancato di osservare come "ogni volta che la città si è chiusa e ha perso la relazione con il mondo, ha visto calare il sopore e la stanca ripetizione del suo primato come il carattere prevalente del suo provincialismo".

Alla cerimonia hanno partecipato anche gli attori Stefano Accorsi e Laura Morante che hanno recitato alcune letture per ricreare l’atmosfera della prima seduta del Parlamento a Firenze. Accorsi ha letto il Discorso della Corona pronunciato da Vittorio Emanuele II all’apertura della legislatura, mentre Laura Morante l’indirizzo di risposta al discorso.  

MATTARELLA IN VIA CAVOUR: BAGNO DI FOLLA E SELFIE // VIDEO //

Quindi, dopo la marcia Piemonte Reale, è stato il turno del Presidente. “In questo salone de’ Cinquecento, in cui vennero chiamati a cimentarsi Leonardo e Michelangelo, e che fu poi maestosamente decorato da Giorgio Vasari, dopo l’insediamento congiunto con il Senato del Regno, si riunì per oltre cinque anni la Camera dei Deputati.  Anche la storia che parlava dalle pareti alle spalle di quegli uomini – insieme alle vicende che incalzavano – ebbe un grande peso, e una sua fecondità”. 

"In realtà, la storia non consente mai di essere analizzata per compartimenti stagni, o di essere tutta ricompresa in pochi grandi eventi. La storia getta semi, forma progressivamente i popoli. I momenti di svolta sono il prodotto di lunghe maturazioni. Non ci sarebbe stato il Risorgimento senza il nostro Rinascimento, non ci sarebbe stata l’idea d’Italia senza la Firenze del XV e del XVI secolo, non ci sarebbe oggi la qualità italiana”. 

Poi un passaggio sul delicato momento che si sta vivendo: “E’ parte della vita che viviamo, ed è ragione del nostro desiderio di migliorarci. Dobbiamo tenerlo presente nel momento in cui il terrorismo sferra il suo attacco contro la nostra Europa e porta morte e barbarie in una delle sue città. E’ un tentativo di guerra globale dalle modalità inedite quello che sta deturpando l’inizio del nuovo millennio. Dobbiamo essere uniti, essere determinati e insieme affermare i principi del nostro umanesimo. Non può mancare il senso di giustizia, né la disponibilità a cooperare per uno sviluppo sostenibile e per ridurre le aree dove prevale la violenza e lo sfruttamento. Dobbiamo garantire sicurezza ai nostri concittadini senza rinunciare alle libertà conquistate, affrontare il fanatismo e l’estremismo con assoluta fermezza, e promuovere il dialogo fra le culture e la tolleranza. Non sradicheremo l’odio facendolo entrare nelle nostre vite e nella nostra civiltà. Il terrore vuole snaturarci. Noi non ci piegheremo. Non ci faremo rubare il nostro modello di vita e il nostro futuro".

“Firenze è una città di pace. Il sindaco Giorgio La Pira, in questo salone, cent’anni dopo la Camera dei Deputati del Regno d’Italia, ha dato vita agli Incontri mediterranei, frutto della sua intuizione sulla centralità del Mare Nostro e sulla necessità storica del dialogo interreligioso, a cominciare proprio dalle fedi monoteiste, dalla fede dei “figli di Abramo”, come lui ripeteva”. 

Poi un omaggio alla nostra lingua: “E Firenze raccolse il testimone della missione risorgimentale, portando ad essa la propria cultura. A cominciare dalla lingua. La lingua italiana del “ben parlante fiorentino”, che Alessandro Manzoni, anche lui deputato, raccomandò al ministro della Pubblica Istruzione dell’epoca affinché fosse insegnata in tutte le scuole del Regno d’Italia. Non poteva consolidarsi lo Stato nazionale senza una lingua pienamente comune”. 

“Con Firenze capitale furono approvate le disposizioni per l’unificazione amministrativa del Paese, norme decisive anche per dare una dimensione concreta al processo di unità. Entrò in vigore il nuovo codice civile, valido in tutto il Paese. Le severe misure per fronteggiare il disavanzo pubblico, divenuto insostenibile dopo la terza guerra d’indipendenza, ebbero conseguenze pesanti nelle fasce sociali più deboli ma, a loro modo, concorsero a delineare il carattere nazionale delle politiche di bilancio”. A termine del discorso il presidente è uscito tra le note dell’Inno alla Gioia suonato dalla Filarmonica Gioacchino Rossini.
 
GIANGRANDE – Prima di lasciare Palazzo Vecchio il capo dello Stato ha consegnato l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine 'Al Merito della Repubblica Italiana' a Giuseppe Giangrande, il maresciallo dei carabinieri rimasto ferito il 28 aprile 2013 nella sparatoria di Palazzo Chigi. 

Mattarella esce dalla Prefettura - ©Alessandro Busi

PRANZO -  Pranzo in trattoria per il presidente della Repubblica. Mattarella, accompagnato dal governatore Rossi e dal sindaco Nardella, si è diretto alla trattoria Gozzi, in piazza San Lorenzo. Si tratta di un locale tipico della tradizione fiorentina, affacciato sulla basilica, che quest'anno festeggia 100 anni di attivita'. Un pezzo di storia del quartiere, scelto, riporta la Dire, per il suo tratto popolare. Il ristorante è rimasto aperto al pubblico anche se l'area è stata presidiata da decine di agenti. Nel pomeriggio il Presidente è stato nominato accademico onorario della Crusca, al termine della tornata solenne per i '150 anni della lingua italiana' nella sede della storica accademia fiorentina. Prima del suo rientro a Roma il sindaco Nardella ha regalato al Mattarella una maglia ufficiale della Fiorentina. Numero 10. 

Firenze, il Presidente della Repubblica #Mattarella alla Accademia della #Crusca pic.twitter.com/lnQjpsVNfM

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