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Cronaca

Piscinopoli: indagato l'assessore allo sport Vannucci

Turbativa d'asta e falso nell'assegnazione degli impianti Paganelli e San Marcellino. Un imprenditore indagato: "L'assessore bravo, ci ha aiutato anche nel bando..."

Turbativa d'asta e falso in atto pubblico, in merito all'assegnazione a privati delle piscine comunali Paganelli, a Novoli, e San Marcellino, in via Chiantigiana: sono le ipotesi d'accusa, nei confronti di 8 indagati in tutto, formulate dai pm Giuseppina Mione e Filippo Focardi nell'ambito di un inchiesta che piomba a Palazzo Vecchio, con l'iscrizione nel registro degli indagati, per turbativa d'asta, dell'assessore allo sport Andrea Vannucci.

Oltre all'assessore Vannucci sono indagati il funzionario comunale Jacopo Vicini e i membri della commissione gare Emilio Carletti e Stefano Perla. Indagati e interdetti dai pubblici uffici, su decisione del gip Antonio Pezzuti, la dirigente dell'assessorato allo sport Elena Toppino (per 1 anno) e il funzionario comunale Loris Corti (6 mesi). Interdetti dall'esercizio d'impresa gli imprenditori Franco Bonciani (in passato segretario del Pd a Rignano) per 6 mesi e Cipriano Catellacci per 1 anno, tra gli imprenditori che sarebbero stati favoriti, tra gli altri da Vannucci, per ottenere la gestione degli impianti.

L'inchiesta, in corso dal 2014, riguarda l'assegnazione dei due impianti comunali: la piscina di San Marcellino nel 2013 e l'impianto sportivo Paganelli nel 2015. Nel settembre 2013 il Comune assegnò la gestione della piscina di San Marcellino ad un raggruppamento di imprese composto dalla Firenze Pallanuoto di Catellacci, l'Acquatica di Bonciani e la Centro Nuoto Cittadella (di Gianni Gross, nel frattempo deceduto). L'assegnazione avvenne nonostante la società di Gross non avesse presentato il bilancio 2012 e quella di Catellacci avesse ingenti debiti nei confronti del Comune.

Alla Firenze Pallanuoto di Catellacci fu assegnata, insieme al raggruppamento di imprese che guidava, anche la gestione degli impianti sportivi Paganelli, nonostante il debito nei confronti del comune fosse salito ancora, oltre 300mila euro. Una situazione che non avrebbe consentito l'assegnazione della gestione degli impianti ma, secondo le accuse, ci fu appunto l'intenzione di favorire le imprese di Catellacci e degli altri imprenditori.

Il giudice ha parlato di “rapporto collusivo” tra assessore, imprenditori e dirigenti comunali. In una delle intercettazioni agli atti, Catellacci, parlando di Vannucci dice: “L'assessore è stato molto bravo […]. Tutti gli impegni li ha mantenuti [...]. Ci ha aiutato anche nel bando”. Da Palazzo Vecchio ieri sera è stata diffusa una nota dove si esprima fiducia nella magistratura e nel fatto che gli indagati possano dimostrare la loro innocenza.

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