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Cronaca

Cupola del Duomo, la pietra caduta era di "7-8 kg". "Poteva scapparci il morto", ultime verifiche prima del Covid

Si è staccata poco dopo il passaggio di una lavoratrice, la Cgil: "Questione di secondi, vogliamo lavorare in condizioni di sicurezza"

E' scontro aperto tra sindacato e Opera di Santa Maria del Fiore, in merito alla pietra staccatasi venerdì scorso, intorno alle 19, all'interno delle scale utilizzate per salire sulla cupola del Duomo. La notizia si è diffusa solo ieri sera, tre giorni dopo l'accaduto, ed oggi sull'episodio è intervenuto anche il direttore generale dell'Opera, Lorenzo Luchetti, che parla di una pietra "da circa sette, otto chili".

"Questione di secondi"

Non sassolini, insomma. "Quanto successo è molto grave. E' stata questione di secondi, ma poteva scapparci il morto", denuncia Giuseppe Martelli, della Filcams Cgil. Secondo quanto reso noto dal sindacato, sarebbe stata una delle lavoratrici in appalto ad essere suo malgrado testimone diretta dell'accaduto.

"Ha raccontato di essere passata sulle scale (quelle dell'intercapedine interna che portano sul cupolone, ndr) e di aver sentito poi un gran boato, una ventina di secondi dopo essere passata nel tratto interessato", spiega Martelli, con la donna "rimasta a lungo sotto choc". Della pietra, che si sarebbe rotta in più parti, esisterebbero delle foto, ma non sono state diffuse. Almeno per il momento.

Maltempo

Secondo il direttore dell'Opera del Duomo il maltempo potrebbe aver influito sul distaccamento. "Sicuramente sì. Un'ipotesi fatta dall'Università di Firenze e dai nostri tecnici è che il materiale sia stato investito dalla grossa grandinata dei giorni scorsi. Questo potrebbe aver accelerato il distacco della massa pietrosa", rivela Luchetti.

Ultima verifica prima del Covid

Il materiale staccatosi farebbe parte di quello che circonda uno degli oblò, che fanno da prese d'aria e rivestiti di pietra serena "di oltre 600 anni fa, su cui agisce l'usura del tempo. Si tratta di uno degli occhi posizionati nella parte più alta della Cupola. Lì la gru (usata per controlli di routine, c'è anche in questi giorni, ndr) non riesce ad accedere. Lo facciamo soltanto attraverso calate dei nostri operai, normalmente sempre due volte l'anno. Le ultime sono state effettuate prima del Covid, perché ancora non abbiamo finito tutta l'attività formativa relativa alla possibilità per gli operai di poter fare questo tipo di calate", rende noto Luchetti.

Il sindacato però è furioso per quella che, stando a quanto denunciato da Martelli, sarebbe la reticenza dell'Opera a fornire la relazione tecnica di quanto avvenuto venerdì (la Cupola era già nuovamente accessibile alle 10 di sabato mattina perché secondo l'Opera, a seguito dei controlli, non ci sarebbe stato più alcun rischio).

"Con masso in testa non esci vivo"

"Da tre giorni assistiamo a una discussione sulla struttura e sull'ingresso dei turisti. Nei confronti di questi ultimi, ci dicono, non c'è alcun pericolo, ma sul rischio per i lavoratori non sentiamo una parola. Se ti casca un masso in testa, non ne esci vivo, e i lavoratori hanno rischiato il collo", ribadisce il sindacalista Cgil.

I lavoratori che lavorano sulla Cupola, all'accoglienza dei visitatori, sarebbero inoltre tutti in appalto. "Sette euro l'ora, in un luogo dove il biglietto costa fino a 30 euro e dove entrano mediamente 2mila persone al giorno", sottolinea.

La relazione tecnica sull'accaduto

Ma non solo. Il sindacalista assicura di avere chiesto più volte informazioni alla ditta che detiene l'appalto del servizio, la Rear.

"Ci è stato detto - dichiara Martelli -, che è stata prodotta una relazione tecnica sull'accaduto. Noi l'abbiamo chiesta e ci hanno detto, da Rear, che l'Opera non voleva che l'avessimo. Siamo nuovamente a chiedere di poterla vedere e oggi alle 13 abbiamo mandato una 'Pec' (posta elettronica certificata, ndr) direttamente a Luchetti chiedendo un incontro al più presto, così che non possa più dire 'a me non ha chiesto nulla nessuno'". Le parole, cioè, pronunciate queste pomeriggio dal direttore dell'Opera.

"Rischi non annullabili"

"Questi rischi non sono annullabili, purtroppo è matematicamente impossibile farlo e nessuno ha la possibilità di prevedere il futuro. Facciamo tutto il possibile per ridurre al massimo il rischio di eventi di questo tipo. Quanto successo venerdì non potava essere previsto, ma abbiamo gestito la situazione nel momento in cui si è verificato e ora non ci sono rischi", assicura Luchetti. Impossibile non pensare a quanto successo alla basilica di Santa Croce oltre cinque anni e mezzo fa, nell'ottobre 2017, quando un turista spagnolo morì colpito da una pietra. Questa volta, per fortuna, è andata bene.

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