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Cronaca Scandicci

Pedofilia: gli inquirenti cercano materiale nella casa del sacerdote

Gli inquirenti hanno perquisito la casa del sacerdote che da quanto riportato nel prossimo numero di Panorama sarebbe al centro di un presunto caso di pedofilia

Ieri è stata perquisita la casa di Scandicci di don Daniele Rialti, 59 anni, il sacerdote che da quanto anticipato dal settimanale Panorama sarebbe al centro di un’inchiesta su un presunto caso di pedofilia nella diocesi fiorentina. Tre anni fa il prete fu spostato dall'arcivescovo Giuseppe Betori, ora cardinale, da una parrocchia di Empoli a una di Scandicci. Il neoporporato a cui erano arrivate le accuse di presunti abusi su minori, presentate da un altro sacerdote e da alcuni fedeli, avrebbe ascoltato numerose persone ma non avrebbe trovato nessuna prova per aprire un procedimento così come previsto dal Codice canonico.

Gli uomini della squadra mobile, coordinati dal pm Giuseppina Mione titolare dell'inchiesta, hanno perquisito anche l'abitazione dove don Rialti viveva quando era a Empoli; quella di un giovane di origine albanese, sempre nella cittadina della Valdelsa, e acquisito materiale informatico nella sede dell'Opera della Madonnina del Grappa a Firenze, alla quale don Rialti è legato. In particolare gli agenti avrebbero cercato nominativi di persone che poi vorrebbero ascoltare come possibili testimoni. Dopo la perquisizione dell'abitazione dove vive, il giovane albanese è stato subito ascoltato in questura. Oggi è maggiorenne ma all'epoca dei fatti, un periodo che andrebbe tra il 2007 e il 2009, aveva meno di 18 anni.

Il difensore di don Rialti, l'avvocato Alberto Corsinovi, preferisce rimandare ogni commento sulla vicenda, "anche perché al momento abbiamo in mano pochissimo materiale, e soprattutto molto generico". Mercoledì sera il sacerdote aveva negato ogni accusa a parlato di "calunnie". Il presunto caso di pedofilia sarebbe stato scoperto dalla procura di Firenze mentre indagava sull'attentato subito, il 4 novembre 2011, dall'arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori nel quale il suo segretario, don Paolo Brogi, rimase ferito da un colpo di pistola. I due episodi non sono collegati tra loro anche se alcuni testimoni si sarebbero presentati spontaneamente agli inquirenti dopo l'attentato, collegando l'episodio a possibili problemi legati a casi di pedofilia nella diocesi.

GIORNALISTI - A Firenze si è spento da poco l'eco dell'inchiesta della Chiesa che portò alla riduzione allo stato laicale nel 2008 di Lelio Cantini, l'ex sacerdote morto il 15 febbraio scorso, riconosciuto colpevole di 'di abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori'. La procura di Firenze, come ha spiegato ieri mattina il procuratore Giuseppe Quattrocchi, ha iscritto un fascicolo per rivelazione di atti coperti da segreto d'ufficio nei confronti dei due giornalisti di Panorama e di eventuali altre persone coinvolte nella pubblicazione del servizio che ha portato alla luce l'indagine su don Rialti.

 

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