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Cronaca

75 milioni del Recovery Fund per il 'people mover' dell'alta velocità, Idra contro Giani: “Progetto dannoso e tempi non sufficienti”

L'associazione ambientalista, da sempre contro il nuovo progetto dell'alta velocità: “Al massimo pronto nel 2027, già fuori tempo massimo”

Nei giorni scorsi il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha annunciato lo stanziamento di 75 milioni di euro, provenienti dal 'Recovery Fund', per il progetto del 'people mover' (o navetta che dir si voglia) di collegamento tra la nuova stazione Foster dell'alta velocità e la stazione di Santa Maria Novella.

Un'ipotesi contro la quale oppone subito tutte le sue perplessità l'associazione ambientalista Idra, da sempre contraria al progetto, ormai ultra ventennale, della nuova stazione e del doppio tunnel ferroviario sotto la città tra Castello e Campo di Marte.

Giani annuncia la nuova navetta

“E’ davvero curioso che tra i progetti toscani che potranno essere realizzati con le risorse del Recovery Fund ci sia anche questo people mover. Come è stato comunicato a dicembre dello scorso anno, l’intera opera Tav richiederebbe nel migliore dei casi sei anni di lavori, per entrare in funzione soltanto nel 2027. E sappiamo bene di quanti ritardi è stata capace nei 22 anni che ci separano da quel 3 marzo 1999 in cui venne approvata. Nel 2027 saremmo in ogni caso oltre la scadenza prevista per avere legittimamente diritto di accesso al Recovery Fund. Come è stato possibile quindi inserire nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) i 75 milioni necessari a realizzare un’opera apparentemente priva di utilità trasportistica e sociale per tutto il tempo che trascorrerà prima di vedere in esercizio, se mai avverrà, il doppio sottoattraversamento Tav da Campo di Marte  a Castello?”, scrive Idra in una nota indirizzata al presidente Giani.

Idra evidenzia anche come “sia lo stesso 'Parere tecnico alla nota della nostra associazione e alle controdeduzioni di Rfi', trasmesso in data 25 marzo 2021 all’associazione dall’attuale Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, a descrivere come incompiuto persino il processo di rivisitazione del progetto, la tanto agitata project review”.

L'associazione segnala anche “apparenti macroscopiche incongruenze nella presentazione dell’accordo concluso fra Regione e Rfi a Roma venerdì scorso. Se infatti il people mover dovrà risultare realizzato entro il 2026, e dunque prima dell’entrata in esercizio dell’eventuale Tav sotterranea,  a lume di naso l’ingombro determinato dall’attestamento al binario 1-2 sembra prefigurare condizioni di accresciuta criticità per la mobilità regionale e metropolitana su ferro, invece che l’annunciato 'risultato di grandissimo valore con cui si libererà la rete di superficie'”.

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