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Cronaca Vaglia

Paterno, ancora nessun intervento nella cava che scaricava nel torrente

Possibile che dopo mesi non siano neppure stati coperti i sacchi stoccati nel piazzale della cava?

Al momento è tutto fermo, lo comunica Arpat "Non è stata iniziata alcuna operazione di messa in sicurezza al fine di evitare potenziali contaminazioni ambientali"

Il 25 agosto 2014 è stata effettuata dai tecnici dell’Agenzia una ispezione in località Paterno al fine di procedere ai campionamenti di sedimento nel torrente Carzola. Perché? Una tubazione presente sul lato della cava finiva direttamente nel torrente Carzola. Tramite la canaletta in cemento confluivano poi in un pozzetto anche i flussi provenienti dalla sede stradale. I risultati  non hanno evidenziato superamenti dei valori di concentrazione della soglia di contaminazione.

Arpat però ha fatto di più. Insieme ai risultati del sopralluogo, ha inviato agli enti interessati, alcune indicazioni utili sulla messa in sicurezza dei rifiuti localizzati nell’area, in attesa del loro allontanamento.
 Indicazioni che dovranno essere sottoposte anche alla valutazione del Dipartimento di Prevenzione della ASL per gli aspetti sanitari connessi, oltre alla necessaria autorizzazione dell’Autorità giudiziaria che ha sottoposto a sequestro l’area.

Paterno ex Cava Agosto 2014

Ma cosa ha chiesto Arpat di così difficile da mettere in pratica? "Una prima fase - sollecita Arpat - da attuare al più presto e comunque entro e non oltre 15 giorni, riguarda la copertura completa, con teli in materiale impermeabile ed adeguato spessore ed ampiezza, ancorati in maniera da renderli stabili in condizioni di turbolenze atmosferiche, dei big-bag attualmente stoccati nei piazzali, e del materiale che fuoriesce dalla struttura del capannone, oltre alla tamponatura delle pareti del capannone" sembrerebbe il minimo indispensabile.

C'è poi una seconda fase "Da attuare entro 30 giorni, ovvero la verifica del sistema di regimazione delle acque meteoriche dilavanti i piazzali nelle zone in cui è presente stoccaggio di rifiuti, al fine di individuare eventuali interventi che permettano di proteggere le aree esterne a quelle interessate dai rifiuti" insomma, se piove sui rifiuti, visto che non sono stati coperti, le acque sporche dove finiscono? 

Infine la terza fase "Da attuare entro 60 giorni, è quella relativa alla verifica della presenza e messa in sicurezza di eventuali altri centri di pericolo per l'ambiente quali cisterne interrate o serbatoi fuori terra di combustibile od altri liquidi potenzialmente contaminanti" senza offendere gli esperti che, giustamente, incalzano le istituzioni, non ci sembrano operazioni così difficili da immaginare, tanto da dover aspettare le istruzioni per l'uso.

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