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Cronaca

Addio a Paolo Coccheri, una vita per gli "ultimi": fondò le "Ronde della carità"

E' morto all'età di 85 anni, seguì l'esempio di La Pira

Aveva quell'innato istinto: aiutare gli ultimi, ai quali ha dedicato un'intera vita. E' morto all'età di 85 anni Paolo Coccheri, fondatore a Firenze delle "Ronde della carità". 

Fu egli stesso a raccontare che la sua vita ebbe una svolta dopo aver letto il libro di La Pira: un esempio che gli cambiò la vita.

"La scomparsa di Paolo Coccheri mi addolora tantissimo. - ha scritto il sindaco Dario Nardella pubblicando un testo che gli aveva inviato - Con le Ronde della carità ha dedicato la sua vita agli ultimi con l’esempio di La Pira nel cuore. Con lui ho avuto sempre un rapporto speciale, i suoi messaggi mi confortavano sempre. Mi mancherà e mancherà a tutti noi".

"Paolo Coccheri è stato e rimarrà una figura importante per quei cittadini che vengono considerati invisibili e che per lui sono stati sempre i primi. - ha scritto in suo ricordo l'assessore Sara Funaro - Paolo ha dedicato la sua vita agli altri come un missionario che viene chiamato e senza farsi tante domande. Ha risposto a quel richiamo che racchiude il valore più profondo della solidarietà".

Un uomo "diretto, pronto ad applaudire le buone azioni e allo stesso tempo pronto a criticare e a lottare per i suoi ideali. - racconta Funaro - Tante sono le mail che negli anni mi ha inviato per esprimere il suo pensiero sulle azioni dell’amministrazione, tanti sono stati i confronti con lui, non solo sui senza dimora ma anche sui temi dell’illegalità e della lotta alle mafie, altro tema a lui molto caro: diceva sempre “dove non c’è legalità non c’è sviluppo e tantomeno progresso, ma solo violenza prepotenza e morte”.

Incontri che, spiega, "avvenivano sempre per le strade di Firenze, le sue amate strade, che negli anni ha battuto notte e giorno per dare un conforto e un sorriso a chi viveva per strada".

E racconta un episodio: "Porterò sempre con me un ricordo: era l’ottobre del 2018 per i 25 anni della Ronda della carità, eravamo all’Albergo popolare, luogo amato da Paolo come le strade di Firenze, una festa speciale con tutti gli amici della Ronda, con tutti quelli che hanno sempre sentito quei valori della solidarietà come parte della propria vita e del proprio operato come volontari e come professionisti. Paolo aveva gli occhi che brillavano di gioia come un bambino e i suoi discorsi racchiudevano tutto l’amore che aveva dedicato a queste realtà, senza lasciare da parte quella vena pungente che richiamava a perseguire le buone azioni e che era tratto distintivo del suo carattere. Caro Paolo il tuo ricordo e le tua azioni rimarranno sempre con noi  vive nei luoghi simbolo dell’accoglienza come l’Albergo popolare. Resteranno vivi nelle strade di Firenze che ti ricorderanno", conclude.

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