Quando a Firenze si correva il palio
Non solo Siena: anche Firenze aveva il suo palio. Tante erano le corse dei cavalli che si svolgevano in città nell'epoca antica. Ecco le più famose.
Il palio dei Cocchi
Probabilmente il più celebre e gettonato, forse perché veniva corso il 23 giugno, esattamente un giorno prima del patrono di San Giovanni. Per emulare le corse con le bighe dell'antica Roma, Cosimo I de' Medici decise di istituire questo palio di carri e cavalli a partire dal 1563. I quartieri storici della città erano rappresentati da un carro, detto cocchio, che aveva un suo specifico colore, gli stessi del calcio storico fiorentino: rosso per Santa Maria Novella, verde per San Giovanni, bianco per Santo Spirito e azzurro per Santa Croce. La corsa si svolgeva in Santa Maria Novella, dove i cocchi trainati dai cavalli dovevano compiere 3 giri completi della piazza nel minor tempo possibile, girando intorno a due obelischi in legno, poi sostituiti con quelli in marmo, e tornare al punto di partenza.
Il palio dei Barberi
Si correva il 24 giugno per San Giovanni ed era un palio senza fantini. Il nome è dovuto alla razza di cavalli impiegata, i “berberi”, poi mutato dai fiorentini in “barberi”. Anche Dante, attraverso le parole del personaggio di Cacciaguida, ricorda questa tradizione nel XXVI canto del Paradiso: «Li antichi miei e io nacqui nel loco/ dove si truova pria l'ultimo sesto/ da quel che corre il nostro annual gioco». La corsa iniziava da via Ponte alle Mosse, dove appunto il palio partiva, ovvero “prendeva le mosse”, passando poi da Porta al Prato dove si trovava il palco del granduca, proseguendo lungo le vie del centro, con arrivo all'arco di San Pierino e tagliando il traguardo presso porta alla Croce. Il palio dei Barberi venne corso fino al 1858, tradizione interrotta e mai più recuperata in seguito ai lavori urbani della Firenze Capitale.
Il palio dei Navicelli
Il 25 luglio, in occasione di San Jacopo, era invece la giornata del Palio dei Navicelli. Fin dalla metà del 1200 i barcaioli fiorentini si sfidavano in una specie di regata lungo il fiume Arno, percorrendo un tratto via acqua da Ponte Vecchio fino alla pescaia di Santa Rosa. Ispirato probabilmente alle naumachie del mondo antico, il palio dei Navicelli, in onore del Santo, partiva proprio dalla Chiesa di San Jacopo Soprarno. I concorrenti partecipavano sui tipici barchini a pertica dei renaioli, le stesse imbarcazioni che, secondo la leggenda, vennero utilizzate per trasportare le membra del Santo fino alle coste della Galizia.
Il palio di Sant'Anna
Altro Santo, altro palio. Questo si svolgeva il 26 luglio, in ricordo della cacciata del Duca d’Atene Gualtieri VI di Brienne. Nobile di origine francese, nato a Lecce e vissuto tra la Francia, la Grecia e l'Italia, l'odiato tiranno aveva instaurato un regime dispotico nella città di Firenze, dalla quale venne cacciato dopo nemmeno un anno di governo.
Per evitare di essere ucciso, il Duca abbandonò Firenze il 26 luglio del 1343, giorno dedicato a Sant’Anna. In ricordo dell'episodio venne così istituito un palio, dove il vincitore si aggiudicava un premio di ben 32 fiorini d'oro.