rotate-mobile
Cronaca

I veleni fiorentini del caso Palamara davanti al Csm. L'accusa: "Lotti, strategia di danneggiamento contro Creazzo"

Al via il processo disciplinare contro il pm accusato di corruzione. Tra i giudici il docente fiorentino di diritto costituzionale Filippo Donati, membro laico in quota M5S

Prima udienza oggi, davanti alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, del processo chiesto dalla procura generale della Cassazione a carico del pm Luca Palamara, indagato a Perugia per corruzione, Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa e deputato di Italia Viva, e a 5 ex togati del Csm: Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli.

Tutti protagonisti, insieme con l’ex ministro empolese Luca Lotti, dell’incontro in un albergo romano, l’hotel Champagne, il 9 maggio dello scorso anno, in cui si discusse di nomine ai vertici di alcune importanti procure italiane, innanzitutto quella di Roma.

Si tratta dell’episodio, emerso dalle intercettazioni dell’inchiesta di Perugia, che ha dato il via alla bufera del "Caso Palamara" che ha travolto e sta tuttora travolgendo la magistratura italiana, macchiata da quelle che sono emerse come basse manovre atte a pilotare nomine e influire sulle carriere di magistrati, anche destinati alla guida di uffici giudiziari e del Csm.

"Palamara discuteva della strategia per le nomine con Lotti, che voleva danneggiare Creazzo"

Secondo l’accusa del procuratore generale della Suprema Corte Giovanni Salvi, accusa basata su numerose intercettazioni captate dal cellulare dell’ex consigliere dell’Anm - da cui è stato espluso -, Palamara “in violazione dei doveri di correttezza ed equilibrio” ha avuto “un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei colleghi che avevano presentato domanda per il conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma”.

Un comportamento relativo al fatto che “discuteva in particolare in un incontro del 9 maggio 2019 della strategia da seguire ai fini della nomina oltre che con alcuni componenti del Csm anche con una persona, Luca Lotti, deputato al parlamento nazionale, per la quale la procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio nel dicembre 2018 nell’ambito di una nota vicenda giudiziaria di risonanza nazionale”, il caso Consip.

Tra i capi di incolpazione c’è infatti anche anche quello che riguarda la “strategia di danneggiamento” verso il procuratore capo di Firenze Creazzo “correlata ad esigenze di Luca Lotti. Contro Creazzo si volevano “enfatizzare”, tramite “dossier”, “vicende ipoteticamente ostative” alla sua nomina a Roma e atte a spostarlo da Firenze, dove Creazzo stava indagando i genitori dell'ex premier Matteo Renzi, di cui Lotti era il braccio destro.

I 5 ex consiglieri dell’Anm volevano "influenzare in maniera occulta l'attività del Csm"

Davanti alla sezione disciplinare compariranno anche cinque ex consiglieri del Csm, intercettati con Palamara negli incontri che avvenivano in un hotel della capitale e in cui si trattava per assegnare le nomine degli uffici giudiziari.

“In violazione dei doveri di correttezza ed equilibrio, tenevano un comportamento gravemente scorretto nei confronti degli altri colleghi” del Csm e “idoneo ad influenzare, in maniera occulta”, l’attività della V Commissione del Csm (quella per il conferimento degli incarichi direttivi), “in ragione della circostanza che, nella riunione tra di essi, tenuta nella notte del 9 maggio 2019 in luogo diverso dalla sede consiliare, venivano invitati a partecipare Luca Palamara, Cosimo Ferri e Luca Lotti, completamente estranei alle funzioni ed alle attività consiliari”.

Convocato anche il deputato renziano Ferri: 'tramò' con Lotti e Palamara per la procura di Roma

Sempre oggi è stato convocato davanti alla sezione disciplinare anche il deputato renziano Cosimo Ferri, fuori ruolo organico della magistratura. E’ accusato di aver tenuto “un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei magistrati che avevano presentato domanda per il conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma (ed, in particolare, dei dottori Lo Voi, Creazzo e Viola)”. Inoltre Ferri, “benché estraneo alla funzione e all’attività consiliare ed espressione di altro potere dello Stato – insieme ai citati membri del Csm” e a “Palamara (sostituto presso la Procura di Roma e concorrente all’incarico semidirettivo di procuratore aggiunto presso il medesimo ufficio, e, dunque, direttamente interessato alla nomina dell’ufficio direttivo in questione)”, e a Lotti, “precostituiva e concordava, fin nei dettagli, la strategia da seguire ai fini di pervenire dapprima alla sua proposta di nomina e, quindi, alla successiva nomina di uno dei concorrenti” per succedere a Giuseppe Pignatone, a capo della Procura di Roma.

Il prof fiorentino grillino pronto a 'impallinare' Palamara

Tra i membri della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura che giudicherà Luca Palamara c'è anche Filippo Donati, professore di diritto costituzionale a Firenze, pentastellato, ritenuto uomo del Guardasigilli Alfonso Bonafede. Il suo ingresso come 'membro laico' del Csm è avvenuto attraverso la piattaforma Rousseau, due anni fa. Secondo Il Giornale, la presenza di Donati è la dimostrazione che Bonafede sia davvero intenzionato a cacciare Palamara dalla magistratura.

I testimoni di Palamara

I componenti del collegio della disciplinare dovranno esaminare la richiesta, avanzata dal difensore di Palamara, Stefano Giaime Guizzi, di ascoltare 133 testimoni, una lista lunghissima che mette insieme ex ministri, presidenti emeriti della consulta, ex vicepresidenti del Csm, i capi di alcune importanti procure, consiglieri giuridici del Quirinale, e tanti magistrati.

Tutti fondamentali, ha spiegato Palamara ai microfoni di Radio Radicale, e funzionali a esplicare il mio sacrosanto diritto alla difesa. Un’altra questione preliminare riguarda il ruolo di componente del collegio del togato Piercamillo Davigo, che è tra i testimoni citati da Palamara a suo discarico, e che si verrebbe dunque a trovare nel doppio ruolo di giudice e testimone nello stesso processo.

A lui è stato pertanto rivolto un invito ad astenersi dalla partecipazione al collegio: in caso contrario, è stata presentata un’istanza di ricusazione, inviata venerdì alla sezione disciplinare di Palazzo dei marescialli.

La lista dei testi chiamati in causa va dall’ex ministro della Giustizia e vicesegretario del Pd Andrea Orlando, al magistrato e scrittore Gianrico Carofiglio, ai presidenti emeriti della Consulta, Cesare Mirabelli e Giovanni Maria Flick.

Ci sono poi l’ex ministro della Difesa Roberta Pinotti, l’ex senatrice Anna Finocchiaro, l’attuale vicepresidente del Csm David Ermini (figlinese doc) e gli ex Nicola Mancino, Michele Vietti e l'aretino Giovanni Legnini, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho.

E ancora: l’ex presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi, il consigliere giuridico del Quirinale Stefano Erbani e quello per le questioni istituzionali, Francesco Saverio Garofoli.



 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I veleni fiorentini del caso Palamara davanti al Csm. L'accusa: "Lotti, strategia di danneggiamento contro Creazzo"

FirenzeToday è in caricamento