rotate-mobile
Cronaca

Guerra in Ucraina, Antonio Natali: "L'Italia non presti più le opere d'arte alla Russia"

La posizione dell'ex direttore degli Uffizi

Antonio Natali, storico dell'arte e ex direttore degli Uffizi ha un'idea ben precisa di come il mondo dell'arte dovrebbe reagire alla guerra in Ucraina. "Ognuno deve fare la sua parte" e "quanto sta succedendo in Ucraina, odiosamente aggredita, esige che ciascuno nell'ambito delle sue competenze, porti un contributo all'azione di isolamento dell'invasore Vladimir Putin. In questo contesto avrebbe un suo peso minacciare Putin che, se non recede dai suoi propositi scellerati, nei prossimi 10 anni l'Italia non presterà ai musei russi nessuna opera dello Stato", questa è la proposta che Natali ha esposto su La Nazione.

"Ci sarà - si legge nel suo testo - chi sorride di questa misura, che da sola sarebbe come versare in mare un bicchiere d'acqua; ma da uomo che ha diretto gli Uffizi per una decina d'anni e che per trenta ha visto le istituzioni museali fiorentine contribuire considerevolmente all'esito felice di esposizioni a Mosca e a San Pietroburgo, posso assicurare che si tratterebbe di un isolamento culturale pesante e vergognoso per la Russia, specie se altri stati dell'Europa e americani si conterranno allo stesso modo".

"I politici - si legge ancora - hanno per tanti anni considerato i nostri capi d'opera biglietti da visita per lo Stato italiano e di se stessi, prestandoli dove ci fosse da far brillare il nome del nostro Paese e, magari, quello loro personale. Ecco, è giunta l'ora di usare quei beni a favore della pace e dell'umanità sofferente".

Natali per "persuadere gli scettici del valore anche sociale delle opere d'arte" ha ricordato della mostra caravaggesca con dipinti degli Uffizi fatta nel 2015 a Casal di Principe (Caserta), nella Terra dei fuochi. L'esposizione fu allestita nella casa che era stata di un camorrista con dipinti selezionati "in funzione di una didattica segnatamente civica per sostenere lo sforzo della gente di lì ad affrancarsi dalla malavita organizzata". Questa è la forza delle "opere e dei musei italiani quando, invece di farne macchine finanziarie, s'affida loro una missione educativa, una missione formativa di coscienze storiche più mature. L'ora è arrivata di farne strumenti anche di pace".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Guerra in Ucraina, Antonio Natali: "L'Italia non presti più le opere d'arte alla Russia"

FirenzeToday è in caricamento