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Cronaca

Operai bastonati al picchetto: caccia ai responsabili, la procura apre un'inchiesta

Al setaccio i filmati del pestaggio davanti al pronto moda "Dreamland" al Macrolotto. La polizia: "È stata una spedizione punitiva"

Erano circa una decina. Tutti col volto coperto dalla mascherina. Sono arrivati a bordo di due furgoni, all'improvviso. Sono scesi dai mezzi, si sono avvicinati ai manifestanti impegnati nel picchetto di fronte al pronto moda di via Galvani 15 al Macrolotto e hanno tirato fuori mazze e bastoni. Poi hanno cominciato a picchiare, all'impazzata. Così la polizia, riporta l'edizione odierna de La Nazione Prato, ricostruisce le fasi concitate dell'aggressione avvenuta lunedì pomeriggio, poco dopo le 17,30, all'esterno della "Dreamland", pronto moda a gestione cinese.  La procura è in procinto di aprire un fascicolo per lesioni aggravate.

Spedizione punitiva

Secondo gli investigatori è stata una vera e propria spedizione punitiva nei confronti dei manifestanti. Gli operai si erano riuniti in un picchetto dopo lo sciopero nazionale dei sindacati di base di lunedì. Il picchetto procedeva senza intoppi fino a quando sono spuntati i due furgoni da cui sono scesi una decina di cinesi armati di bastoni. L'aggressione è stata senza pietà, i manifestanti sono stati buttati a terra e picchiati non solo con le mazze ma anche a calci e pugni in faccia.

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La scena è stata ripresa quasi interamente dai sindacalisti. Quattro operai sono rimasti a terra feriti e sono finiti in ospedale, dove hanno riportato una prognosi fino a 8 giorni. Fra l'altro, registra sempre La Nazione Prato, l'aggressione è avvenuta sotto gli occhi di alcuni agenti della digos che erano in via Galvani per monitorare il picchetto dei manifestanti. I poliziotti in borghese hanno subito chiesto aiuto ai colleghi delle volanti. Ne sono arrivate cinque poco dopo, ma gli aggressori erano già risaliti sui furgoni e scappati. Adesso la polizia sta cercando di rintracciarli e identificarli.

I filmati

Sono tanti i filmati a disposizione: sia quelli pubblicati su Facebook dai Sì Cobas, sia quelli girati direttamente dalla digos in via Galvani. Gli investigatori, conclude La Nazione Prato, vogliono capire se la spedizione punitiva è stata commissionata da qualcuno, se ci sono dei mandanti, ad esempio i titolari del pronto moda o se sia stata una iniziativa isolata del gruppo di cinesi.

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Al vaglio ci sono anche le targhe dei due furgoni che potrebbero indicare una pista da seguire per risalire all'identità dei responsabili o a chi li ha aiutati a organizzare l'aggressione.

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