Credeva lo tradisse, l’accoltellò nel sonno: condannato a 20 anni

Dopo un anno e un mese si chiude la tragica vicenda che nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2010 vide morire la 48enne Ailinca Elenea Rosu pugnalata più volte nel sonno dal suo compagno. M.C, 51enne romeno, la uccise perché credeva la partner lo tradisse. Ieri è arrivata la condanna a venti anni di carcere.
 Il pm Giulio Monferini aveva chiesto una condanna a 30 anni poi ridotta a 20 dal giudice Alessandro Moneti, che ha riconosciuto l'aggravante della minorata difesa, poiché la donna stava dormendo quando fu aggredita, ma non le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Secondo ricostruzioni, l'imputato sospettava una relazione della compagna, anche lei romena, con un egiziano, al punto di fargli maturare la volontà omicida. L'imputato avrebbe approfittato di circostanze tali da impedire alla donna di difendersi visto che la sorprese di notte, nel letto, e la accoltellò al volto e alla gola, uccidendola con un coltello da cucina ritrovato nell'abitazione di via Galliano.

Quella notte tra i due ci sarebbe stato un litigio. Dopo l'omicidio il romeno si presentò in una caserma dei carabinieri e, confessando l'assassinio, consegnò le chiavi di casa. Il difensore di Cristu, l'avvocato Elisa Gamerra, ha sostenuto, tra l'altro, una possibile incapacità di intendere e di volere del suo assistito; la difesa di Cristu ha annunciato che su questo punto sarà chiesta una nuova perizia nel processo in appello. Cristu era incensurato ed è padre di cinque figli, mentre la vittima era madre di due figlie adolescenti. Da un paio di anni fra i due c'era una relazione sentimentale e vivevano nella stessa casa.