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Cronaca

Omicidio sul ponte Vespucci: tensione al presidio della comunità senegalese / FOTO - VIDEO

Contestato il sindaco Nardella, costretto ad andar via. I senegalesi: "Vogliamo sicurezza anche noi, poter esser sicuri di tornare a casa vivi"

Momenti di tensione, questo pomeriggio, al presidio indetto dalla comunità senegalese sul ponte Vespucci, dopo l'uccisione, ieri mattina, del 54enne Idy Diene, ammazzato a colpi di pistola dal 64enne Roberto Pirrone.

Alcune centinaia i manifestanti presenti, molte persone senegalesi ma anche persone comuni ed esponenti dell'area 'antagonista' fiorentina. Intorno alle 15:30 è arrivato anche il sindaco Dario Nardella, duramente contestato.

"Vergogna, razzista, via", hanno iniziato a gridargli diversi manifestanti. Il sindaco è stato raggiunto anche da uno sputo, arrivato però non da un senegalese ma da un antagonista, identificato e denunciato dagli agenti della polizia.

Nardella, che era giunto assieme a diversi assessori, ha così deciso di abbandonare il presidio.  "Siamo una città aperta e inclusiva, abbiamo condannato con grande durezza e im modo inequivocabile questo atto criminale. Allo stesso tempo diciamo che si deve manifestare in maniera civile e non violenta", ha detto Nardella lasciando il luogo del presidio.

Pape Diaw, storico esponente della comunità, ha chiesto scusa al sindaco a nome dell'intera comunità. "Il sindaco è venuto qui, impedirgli di partecipare è molto brutto, anche se uno non è d'accordo con le sue idee. Mi sono vergognato, per questo sono corso a chiedergli scusa. Anche lui deve partecipare a questo lutto", le parole di Diaw.

TENSIONE ALLA MANIFESTAZIONE 

Tanta la rabbia dei senegalesi. "Dicono che era un pazzo? Ma perché allora ha ammazzato un nero e non un italiano?", chiede un manifestante. L'uccisione di ieri ha riportato alla mente di tutti anche la strage di piazza Dalmazia del 2011, quando due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, furono uccisi, anche loro a colpi di pistola, dall'estremista di destra Gianluca Casseri.

"La sicurezza deve essere per tutti. Oggi invece un senegalese, un nero, non può avere la certezza di uscire e tornare a casa sano e salvo. Può essere ucciso per il colore della pelle, poi però ci dicono che non è razzismo", dice Mamadou Sall, della comunità senegalese.

SPUTO CONTRO NARDELLA 

In piazza c'era anche la presidente della comunità Diye Ndiaye, a cercare a di tenere calmi gli animi. "Capisco la rabbia, è un momento terribile. Ma il comportamento violento non va bene - dice ai ragazzi presenti sul lungarno. Quello che è successo ieri deve però essere contestualizzato, era appena stato ucciso un uomo", aggiunge Ndiaye, in riferimento ai danneggiamenti di fioriere e cestini in centro storico.

Sono proseguiti momenti di tensione con le forze dell'ordine, che bloccavano il passaggio sul lungarno, per almeno un paio d'ore. La situazione però non è degenerata ed è in seguito tornata alla normalità, con il presidio ha proseguito in maniera pacifica. La comunità ha annunciato una grande manifestazione nazionale contro il razzismo a Firenze. Forse per sabato prossimo, ma ancora manca l'autorizzazione della questura.

IL SINDACO CONTESTATO VA VIA 

In mattinata alcuni fiorentini si erano recati sul ponte per lasciare fiori e cartelli in ricordo di Idy. “Caro Idy, scusa per questa fine orrenda. Chissà cosa pensavi mentre attraversavi questo ponte. Certo non che saresti stato ammazzato così. Scusa Idy, scusa... piango per te e mi vergogno della mia città”, si legge in uno di essi, firmato Saverio e Consuelo.

Omicidio del Ponte Vespucci: manifestazione dei senegalesi

FOTO - Fiori e cartelli per Idy, ucciso a colpi di pistola: "Scusa per questa fine orrenda"

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