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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio di Niccolò Ciatti, riaperta la discoteca di Lloret de Mar

Lo fa sapere il padre Luigi in un post pubblicato su Facebook in cui chiede l'estradizione dei tre ceceni

La discoteca St Trop di Lloret de Mar, dove il 22enne Niccolò Ciatti è stato pestato a morte lo scorso 11 agosto, ha riaperto. Lo fa sapere Luigi Ciatti, padre di Niccolò, in un post pubblicato su Facebook. 

La discoteca era stata chiusa dal comune catalano pochi giorni dopo la morte di Niccolò. In molti avevano puntato il dito contro i proprietari del locale in quanto il giovane di Scandicci è morto a seguito dei colpi ricevuti sulla pista da ballo. 

Luigi Ciatti poi esprime tutta la sua preoccupazione in merito al rischio che il figlio non possa avere giustizia. "L'unico in carcere che aveva un avvocato d' ufficio - scrive Luigi Ciatti - adesso ha un avvocato di fiducia che mi dicono molto conosciuto in Spagna ciò significa che qualcuno paga per loro o hanno loro molta disponibilità di denaro". E' ancora in carcere a Girona Rassoul Bissoultanov, il 24enne ceceno che ha sferrato il calcio mortale a Niccolò così come si vede nel video delle telecamere interne della discoteca diffuso dalla polizia catalana poche ore dopo la morte del giovane.

"Ho letto che per il caso della povera ragazza polacca si sono mossi e venuti in Italia per affiancare gli investigatori italiani i loro colleghi polacchi - scrive ancora Ciatti -. Stasera ho sentito, se non ho capito male, la Polonia ha chiesto l'estradizione di questi delinquenti. Mi chiedo, forse sbagliando, ma l'Italia nei confronti della Spagna non può fare niente per avere giustizia per mio figlio Niccolò? Noi non possiamo chiedere l estradizione del o dei ceceni?". Ieri è stata diffusa la notizia che la Polonia, patria di due delle tre vittime della banda che ha seminato il panico lo scorso fine settimana a Rimini, ha fatto sapere che intende chiedere l'estradizione per gli indagati: il maggiorenne congolese Guerlin Butungu, considerato il leader e rintracciato su un treno a Rimini all'alba di domenica, i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni che sabato si sono costituiti ai carabinieri di Montecchio di Pesaro e il nigeriano 16enne fermato dalla polizia, sempre a Pesaro dove i giovani risiedono.

Patryk Yaki, viceministro della Giustizia polacco, ha dichiarato che i quattro accusati dovrebbero avere una punizione molto severa e ha chiesto all'Italia di consegnarli alla Polonia. Le autorità del Paese hanno anche aperto un'inchiesta autonoma per far luce sui fatti.

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