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Cronaca

Omicidio Meredith, l'ultimo verdetto: dall'omicidio della studentessa all'appello bis

Meredith Kercher venne uccisa la sera del primo novembre del 2007 e la vicenda giudiziaria legata al delitto è una delle più controverse degli ultimi anni. Queste le tappe del giallo, in attesa del verdetto finale

Sono passati quasi sette anni. Sette lunghi anni. Ogni volta, però, la ferita ancora aperta del delitto di Perugia si "riaffaccia" cruda e cupa attraverso le tappe della vicenda giudiziaria legata all'omicidio di Meredith, uno dei casi di cronaca nera più sentiti e dibattuti dall'opinione pubblica. Con eccessi di voyeurismo e (persino) plastici annessi. Ripercorrere le tappe del giallo, in attesa del verdetto finale previsto per giovedì 30 gennaio, diventa un esercizio sofferto e insieme doveroso.

UCCISA IN CAMERA DA LETTO - Meredith Kercher è una studentessa inglese di 22 anni che, come tanti universitari, ha scelto di venire in Italia per fare l'Erasmus. In Italia, però, a Perugia, trova la morte. E' il primo novembre 2007 quando Meredith viene uccisa con una coltellata alla gola nel proprio appartamento. Il corpo viene trovato il giorno dopo in camera da letto, coperto da un piumone. A occuparsi delle indagini è la polizia con la squadra mobile del capoluogo umbro e il Servizio centrale operativo. In carcere finiscono Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Patrick Lumumba Diya. Amanda, americana, di Seattle, all'epoca ventenne, è la coinquilina di Meredith e studia all'Università per stranieri di Perugia. Sollecito, 24 anni, pugliese, laureando in ingegneria, ha da un paio di settimane una storia con Amanda. Lumumba, 38 anni, originario dell'ex Zaire, dal 1988 vive in Umbria dove gestisce un pub in cui lavorava Amanda. Tutti e tre si dichiarano estranei all'omicidio. Contro Patrick ci sono le dichiarazioni di Amanda, ma lui sostiene che si trovava nel suo locale. Il 9 novembre, due giorni dopo il delitto, il gip convalida i fermi.

L'ARRESTO DI RUDI GUEDE - La città, abituata ad accogliere gli studenti, fa i conti con un caso di cronaca così efferato, ed è sconvolta. Le indagini si allargano. Fiumi di inchiostro sulle prime pagine dei giornali; fiumi di parole e supposizioni nei tg di tutto il mondo e negli approfondimenti televisivi. Tracce del dna di Meredith e Amanda vengono rilevate su un coltello da cucina sequestrato a casa di Sollecito. Nel frattempo, Patrick Lumumba viene rimesso in libertà dopo che dalle indagini è emersa la sua estraneità al delitto. Nello stesso giorno, il 20 novembre, viene arrestato Rudy Guede, ivoriano di 21 anni, bloccato dalla polizia a Magonza, in Germania, dopo che gli investigatori palmari hanno individuato l'impronta di una sua mano insanguinata su un cuscino accanto al cadavere della studentessa inglese e a diverse tracce di dna in casa.

"UCCISA DA AMANDA, RAFFAELE E RUDI PER FUTILI MOTIVI" - La svolta sembra vicina. Rudy è trasferito in Italia. Il gip Claudia Matteini, su richiesta della procura, archivia il procedimento penale nei confronti di Patrick Lumumba. Il 19 giugno 2008, i pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi depositano l'atto di chiusura delle indagini: per loro Meredith Kercher fu uccisa da Amanda, Raffaele e Rudy per futili motivi. Il gup Paolo Micheli accoglie la richiesta di rito abbreviato per Guede. A metà ottobre i pm chiedono al gup di Perugia la condanna all'ergastolo per Guede e il rinvio a giudizio per Sollecito e la Knox. Il 28 ottobre 2008 il giudice per l'udienza preliminare condanna a 30 anni di reclusione Rudy Guede e dispone il processo per Amanda e Raffaele.

LE PRIME TAPPE DEL PROCESSO E LE CONDANNE - Il 18 gennaio 2009 inizia il dibattimento per Sollecito e per la Knox. Nel novembre dello stesso anno si apre davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Perugia il processo d'appello nei confronti di Rudy Guede. Arriva la prima condanna. E' il 5 dicembre 2009: la corte d'Assise di Perugia, escludendo le aggravanti, condanna Amanda a 26 anni di carcere e Raffaele a 25. La corte d'Assise d'Appello, invece, riduce da 30 a 16 anni la pena inflitta a Rudy: concesse le attenuanti generiche. Il 4 marzo 2010 vengono depositate le motivazioni della sentenza di primo grado nei confronti di Amanda e Raffaele: hanno ucciso spinti da un movente «erotico, sessuale, violento». Depositate anche le motivazioni sulla condanna a Rudy Guede: «concorse pienamente», scrivono i giudici della Corte d'Assise d'Appello, all'omicidio di Meredith.

IL PROCESSO D'APPELLO, LA NUOVA PERIZIA E L'ASSOLUZIONE - Il 24 novembre 2010 si apre il processo d'appello per Amanda e Raffaele. La Cassazione, intanto, conferma la condanna a 16 anni per Rudy Guede: la pena diventa così definitiva. Le difese richiedono una nuova perizia del dna presente sul coltello considerato l'arma del delitto e sul gancetto del reggiseno di Meredith. La Corte d'assise d'Appello di Perugia accoglie la richiesta. Gli accertamenti tecnici, diranno sei mesi dopo i consulenti della corte, «non sono attendibili». Colpo di scena: il 4 ottobre 2011 la corte d'Assise d'appello assolve i due imputati dall'omicidio «per non avere commesso il fatto» e ne dispone la scarcerazione. Il procuratore generale ne aveva chiesto l'ergastolo. Secondo i giudici di secondo grado, si legge nelle motivazioni, i «mattoni» su cui si è basata la condanna «sono venuti meno»: c'è una «insussistenza materiale» degli indizi, dalle tracce di dna all'arma del delitto. E l'ordinamento «non tollera la condanna dell'innocente».

PROCESSO IN CASSAZIONE: SENTENZA ANNULLATA - Nel marzo del 2013 il processo ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito approda in Cassazione. Il pg chiede l'annullamento della sentenza di assoluzione, definita un «raro concentrato di violazioni di legge e di illogicità». E annullamento sarà: il 26 marzo, la Suprema corte annulla la sentenza di secondo grado (qui le motivazioni) e rinvia alla Corte d'appello di Firenze per un nuovo processo, che si apre il 30 settembre.

IL NUOVO PROCESSO - Amanda è negli Stati Uniti, Raffaele non è in aula. La Corte d'assise d'appello ordina una nuova perizia sul coltello e di ascoltare di nuovo la testimonianza di Luciano Aviello, un ex detenuto che era stato in carcere con Sollecito. «Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante, senza senso», dichiara l'ex studente pugliese. Amanda, dal canto suo, invia una lettera alla Corte: «Non sono presente in aula perché ho paura. Ho paura che la veemenza dell'accusa vi impressionerà». Secondo il procuratore generale Alessandro Crini, il movente non è un gioco erotico finito male, ma una lite legata anche a vecchie ruggini fra Amanda e Meredith per le pulizie di casa. Ecco perché chiede condanne a 30 anni per Amanda Knox (compresi i tre già definitivi per la calunnia a Patrick Lumumba) e 26 per Raffaele Sollecito, compresa «l'applicazione di una misura cautelare» nei confronti di entrambi in caso di condanna.

 

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