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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Scandicci

Omicidio Ciatti: processo romano, Bissoultanov condannato a 23 anni

La sentenza della corte d'assise della Capitale. L'accusa aveva chiesto l'ergastolo

I giudici della Corte di Assise di Roma hanno condannato a 23 anni di carcere Rassoul Bissoultanov, il ceceno già condannato in Spagna in appello a 15 anni, per aver ucciso il 22enne di Scandicci Niccolò Ciatti nella notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 fuori da una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna.

Confermata l'accusa di omicidio volontario ma escluse dai giudici le aggravanti. Per Bissoultanov, latitante, il pm Erminio Amelio al termine della sua requisitoria nell'aula bunker di Rebibbia aveva chiesto la condanna all'ergastolo per omicidio volontario.

Luigi Ciatti: "Ciò che è stato fatto a Niccolò è di una crudeltà unica"

"Sicuramente non è l'ergastolo che pensavamo potesse arrivare per questo assassino - il commento a caldo di Luigi Ciatti, il padre di Niccolò - . E' sicuramente una condanna più significativa di quella che è stata comminata in Spagna. Credo che la corte abbia riconosciuto della attenuanti che sinceramente comprendo poco".

"Quello che Bissoultanov ha fatto nei confronti di Niccolò credo sia di una crudeltà unica - ha aggiunto Luigi Ciatti - . Con quel calcio lo ha volutamente colpito per uccidere. Questo è il nostro pensiero fin dal primo giorno, da quando abbiamo visto quel video e dobbiamo continuare a cercare di fare quello che è giusto, cioè dare giustizia a Niccolò".

La requisitoria del pm: "Crimine tremendo"

"L'omicidio di Niccolò Ciatti è stato commesso in pochi secondi, un crimine tremendo a cui hanno assistito molte persone, tra cui gli amici della vittima. Uccidere ha un significato ampio, può succedere in un incidente in auto o sul lavoro, Niccolò invece è stato ammazzato, assassinato, gli è stata tolta la vita in maniera crudele" aveva detto il pm di Roma, Erminio Amelio, nella corso della requisitoria.

A inizio udienza il difensore di Bissoultanov, l'avvocato Francesco Gianzi, aveva chiesto di sentire come testimone un dj spagnolo, già sentito anche nel processo spagnolo, che si trovava nella discoteca al momento dell'aggressione, richiesta respinta dai giudici secondo cui non fornirebbe elementi necessari ai fini della sentenza.

Nel corso delle scorse udienze, davanti ai giudici della Corte d'Assise di Roma, era stato mostrato il video del terribile pestaggio e i consulenti della procura di Roma sentiti in aula avevano detto che Ciatti è stato aggredito e ucciso con tecniche tipiche della lotta Mma.

Nel procedimento si era costituita parte civile la famiglia di Ciatti, assistita dall'avvocato Agnese Usai. La famiglia valuta ora se presentare un ulteriore ricorso anche in Italia, come sta facendo in Spagna.

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