Prosegue la protesta degli studenti, occupato il Capponi: “Con il Covid stress e attacchi di panico, ma trattati come l'ultima ruota del carro”
Gli studenti denunciano un forte aumento di problematiche legate alla salute mentale, con un profondo impatto del Covid sulla loro vita quotidiana
Denunciano di essere trattati “come l'ultima ruota del carro, da un sistema scolastico che ci vede solo come numeri e che ci infarcisce di nozionismo. Mentre la scuola dovrebbe essere altro, per prima cosa il luogo dove si impara davvero a stare al mondo”.
Così spiegano Alessandra e Bianca, due ragazze dell'ultimo anno del liceo scientifico e linguistico Capponi di piazza Frescobaldi, accanto a ponte Santa Trinita, da tempo succursale del liceo classico Machiavelli di via di Santo Spirito.
Stamani è iniziata l'occupazione della scuola, che segue quelle, tra gli altri, di Rodolico, Pascoli, Calamandrei (a Sesto Fiorentino, in quest'ultimo caso).
“Vogliamo una scuola non discriminatoria, con reale parità di accesso alle opportunità per tutti. Oggi invece anche il sistema di istruzione è classista”, proseguono le due ragazze.
Ci sono anche motivi più contingenti. “Siamo stati un anno in didattica a distanza a causa della pandemia e al rientro è stato come se non fosse successo nulla, come se fossero stati svolti i normali programmi. Ma non è come voltare pagina”.
Arriva un professore. “La scuola è occupata, la didattica è sospesa”, dicono gli studenti all'ingresso. Il docente che gira i tacchi e si allontana, senza troppo protestare.
“C'è anche un problema di infrastrutture”, proseguono i ragazzi, in capannello davanti alla scuola. “Alcune aule sono piccolissime e noi siamo tanti. Le famose classi pollaio con il Covid non sono certo finite. Altre sono grandi e fredde, spesso senza riscaldamento. Del resto parliamo di edifici storici spesso non adatti alla funzione”.
Il Covid ha pesato e pesa tanto. “La socialità - proseguono -, è azzerata. All'intervallo dobbiamo stare in classe e non muoverci dai banchi. Però entriamo e usciamo tutti insieme allo stesso orario”.
Le ragazze parlano anche del forte aumento di problemi psicologici. “Lo stress, le crisi di ansia e gli attacchi di panico sono cresciuti in maniera esponenziale. Abbiamo - spiegano ancora Bianca ed Alessandra -, due psicologi in tutto, uno per la sede e uno per la succursale, ma in tutto siamo oltre 1.500. Ci sono colloqui una volta la settimana, significa avere un colloquio ogni due o tre mesi. Senza contare che i minori devono avere l'autorizzazione dei genitori”.
La presidenza, contattata, si rifugia in un “no comment”. “Gestiremo al meglio la situazione”, si limita a dire la vicepreside Alessia Cordasco.
“Occupiamo perché vogliamo studiare imparando davvero, studiare meglio e non meno, perché la scuola che dovrebbe aiutarci ci ostacola, perché le infrastrutture scolastiche non garantiscono la nostra sicurezza, perché il nostro bisogno di socialità è sempre sacrificato, perché siamo visti solo in funzione del nostro futuro universitario e lavorativo, perché la salute mentale è ignorata. Non protestiamo solo contro i nostri docenti, ma per denunciare il fallimento totale di un intero sistema nazionale”, si legge nel volantino appeso fuori dal liceo.
All'interno in questi giorni saranno organizzate varie assemblee: sulla Texprint di Prato, sul G8 di Genova 2001, sulla Palestina, su immigrazione e rotta balcanica, su ambiente e cambiamenti climatici, con interventi di sindacalisti e rappresentanti della società civile. I ragazzi promettono di andare avanti almeno fino a sabato. “Le norme anti Covid – assicurano – saranno rispettate”. Il personale Ata continuerà a occuparsi di pulizie e sanificazioni.