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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Nuovo Dpcm per il Natale 2020: cosa si potrà fare e cosa no, le ipotesi

Alcune delle opzioni che il Governo sta prendendo in considerazione per il Dpcm che entrerà in vigore a dicembre

Con l'avvicinarsi della scadenza dell'ultimo Dpcm, fissata al 3 dicembre, sono sempre di più le domande sul 'come sarà il Natale'. Il presidente Conte nei giorni scorsi aveva anticipato che quello del 2020 sarà un Natale particolare "più sobrio, veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non saranno possibili". Ma l'intenzione del governo sarebbe quella di aiutare il commercio cercando al tempo stesso di salvaguardare la salute. 

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Nuovo Dpcm Natale 2020: spostamenti tra regioni e comuni

Sarà quindi molto probabilmente un Natale in due fasi, con un Dpcm per il 3 dicembre che, in presenza di un'Italia che per quel giorno dovrebbe essere tutta zona gialla (con qualche macchia arancione e rossa qua e là) perché nel frattempo la seconda ondata dell'epidemia coronavirus avrà cominciato la sua lenta discesa. Poi arriverà un altro Decreto Ministeriale a ridosso delle festività che porterà con sé una nuova stretta per evitare che cenoni e veglioni diano forza alla terza ondata, in attesa dell'arrivo del vaccino programmata per fine gennaio, si legge su Today.

Sul tavolo c'è ancora il tema degli spostamenti, che potrebbero essere interdetti nelle zone rosse e in quelle arancioni. Il coprifuoco verrebbe spostato alle 23 o a mezzanotte, mentre per il 24 e il 31 si ragiona sulla possibilità di estenderlo fino all'una di notte. Con una novità: sarà possibile spostarsi nelle seconde case. Il tutto si potrà fare se l'epidemia di coronavirus avrà cominciato la sua discesa e ieri un segnale è arrivato: il bollettino della Protezione Civile riportava 34767 nuovi casi, ovvero 2474 in meno rispetto al giorno prima con un numero di tamponi simile, e appena 10 ricoveri in terapia intensiva, mentre torna a scendere in maniera significativa il rapporto tra positivi e tamponi, al 14,6%. Secondo i calcoli del governo i dati si consolideranno prima che le Regioni cambino colore: dopo il 27 novembre Lombardia e Piemonte dovrebbero diventare arancioni. Tra il 17 e il 24 dicembre, poi, si deciderà in base ai dati se possono restare misure meno rigide o occorrerà una nuova stretta. 

Le possibili regole per lo shopping, i ristoranti e i negozi

In questa ottica si ragiona intorno alle regole per lo shopping, i ristoranti e gli spostamenti. Quelli più sotto la lente sono proprio gli spostamenti tra i confini comunali e regionali e quindi sul tavolo del Governo sembrerebbero esserci queste idee:

  • per evitare gli incontri pericolosi oggi che il contagio segue soprattutto la via familiare il governo pensa di vietare di oltrepassare i confini comunali;
  • l'esecutivo ha anche in programma di anticipare, nella seconda fase e a parte le eccezioni della vigilia di Natale e di Capodanno, il coprifuoco alle 20 o alle 21; 
  • per incentivare gli acquisti di Natale i negozi potranno rimanere aperti nella prima fase con una fascia oraria più ampia (fino alle 22), così da evitare assembramenti, con l'ingresso contingentato per fasce d'età;
  • ci sarà l'apertura serale anche per ristoranti e pub; 

A ridosso del Natale arriverà il giro di vite, con coprifuoco anticipato e stop alla mobilità tra i comuni. E le regole per il cenone? "Questo Natale dobbiamo fare lo sforzo di essere davvero il meno numerosi possibile: non è il numero in sé ma più si allarga la cerchia di persone che non si frequenta abitualmente, maggiore è il rischio", ha spiegato ieri la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7. "Immagino che si possa dire cinque, sei persone al massimo tra gli affetti più cari ma è ovvio che non sarà possibile controllarlo, quindi a tutti verrà chiesto di limitare il più possibile le persone che si riuniscono. Mancano 40 giorni a Natale e in questo momento i dati epidemiologici ci dicono che non ci si può spostare tra regioni, ma ci aspettiamo che i numeri migliorino e che quindi siano possibili deroghe". "A Capodanno non saranno permessi ritrovi in piazza e feste come negli anni passati, saranno adeguatamente normati anche quei giorni. Come governo dobbiamo avere un atteggiamento molto rigoroso e, a differenza di questa estate, non ci saranno deroghe perché non possiamo immaginare una terza ondata", ha concluso.

Tutti a tavola per il Cenone e il Veglione: le regole

Il Dpcm della stretta di Natale porterà con sé anche regole, o più probabilmente raccomandazioni, riguardo il cenone e il veglione. Il governo imporrà o chiederà ai cittadini di evitare incontri con più di sei persone e di limitare al massimo gli inviti di amici e familiari non conviventi. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e componente del Cts, parla proprio di questo oggi in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera dove però si segnala che si tratta di consigli: "Un modo sicuro è riunirsi a casa e limitare la lista degli invitati ai familiari più stretti. Con l’aumentare del numero di persone, soprattutto se non conviventi, aumenta il rischio di venire a contatto con il virus. Gli spostamenti da una parte all’altra del Paese per raggiungere amici e familiari non sono una buona scelta. Non dobbiamo perdere irisultati ottenuti". E per il Cenone e il Veglione? "Le possibilità di applicare in una riunione familiare le misure di distanziamento - un metro tra ciascun commensale a tavola - dipendono dalle dimensioni dell’abitazione, dalla disponibilità di spazi, dalla capacità dei singoli, adulti e bambini, di evitare effusioni. L’uso della mascherina è parte essenziale delle misure di controllo. Dati recenti, pubblicati il 10 novembre, dimostrano che indossarla fornisce protezione dal coronavirus non solo a chi ci circonda, ma anche a chi la indossa". Ecco quindi che la regola del 6, finora valida per i ristoranti, potrebbe quindi tornare buona anche per cenone e veglione.

Un ministro a colloquio con il Messaggero invece dice che se si vuole allargare la festa ad amici e parenti allora è valida l'idea del tampone rapido da fare prima della riunione. Una nota tecnica realizzata dall'Istituto superiore di Sanità, in collaborazione con il ministero della salute, la Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici) e l'Inail, e online da ieri sul sito dell'Iss, ha spiegato quali saranno le regole per medici e pediatri. Tra le principali raccomandazioni, si chiede di:

  • esporre un avviso all'ingresso dello studio con chiare istruzioni sulle modalità di accesso, stabilendo rigorosi percorsi di entrata, di attesa e di uscita e specificando giorni e orari in cui si prevede l'esecuzione del test antigenico rapido, e solo su appuntamento;
  • utilizzare un locale dedicato, con una buona aerazione e che non sia di passaggio;
  • eseguire i tamponi preferibilmente al termine dell'attività ordinaria per evitare il contatto tra soggetti con possibile infezione da Sars-CoV-2 e chi accede allo studio per altri motivi;
  • sanificare le superfici tra un prelievo e l'altro ed evitare ogni forma di assembramento dei pazienti. 

Per La Stampa invece il nuovo Dpcm arriverà il 4 dicembre e l'intenzione sarebbe quella di allentare le regole per le regioni che sono in zona gialla: potrebbe essere consentita l’apertura dei negozi dalle 9 alle 22 (per evitare assembramenti nelle ore di punta), i centri commerciali potrebbero restare aperti nel fine settimana, ristoranti e pub la sera, con il coprifuoco posticipato dalle 22 a mezzanotte. A ridosso degli ultimi dieci giorni dell’anno poi uscirà un altro Dpcm per regolare le cene in casa, vietare le feste in piazza e anche la vendita dei fuochi d’artificio.

Il tampone rapido per il cenone di Natale e le decisioni sulle zone rosse e sugli impianti da sci

E mentre si programma la riapertura delle scuole dopo la Befana, il Corriere della Sera scrive che la mobilità tra Regioni è uno degli aspetti più discussi. Il Governo quindi potrebbe pensare a una norma che individui alcune situazioni specifiche senza lasciare libera mobilità.

La Conferenza delle Regioni, scrive sempre il quotidiano, ha messo a punto un piano che dovrà essere valutato dal Comitato tecnico scientifico per chiedere la riapertura degli impianti di risalita per lo sci con capienza delle funivie al 50%, vendita degli abbonamenti online e mascherina obbligatoria a bordo. Ma all’interno del governo al momento si esclude di poter concedere la riapertura delle piste da sci. 

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